Ecco per voi la storia legata a un fiore piccolo e timido, la maggiorana, che ci parla del ROSSORE.
IL BALLO DEI FIORI
Stavo aspettando con impazienza di udire dal fondo del parco il suono della ghiaia pestata dai cavalli che avrebbe segnato l’arrivo delle carrozze degli altri invitati al ballo.
L’annuale “Ballo dei Fiori” nell’antica dimora di Lord Pempton a Chalfont St. Giles era l’evento più atteso di tutta la contea. Al loro ingresso, dopo i saluti di rito ai padroni di casa, le giovani ancora non sposate avrebbero ricevuto dai domestici delle piccole composizioni floreali da indossare al polso. Ogni composizione era creata per avere una gemella che fosse uguale in tutto e per tutto all’altra che si sarebbe trovata appuntata sulla giacca di un giovane scapolo; così come i due piccoli bouquet formavano una coppia, anche i due giovani uniti dallo stesso fiore dovevano ballare insieme per le prime tre danze. Questa era la regola.
Avevo scommesso con George su chi di noi due avrebbe ricevuto la composizione corrispondente a quella Miss Hallaway, la giovane e graziosa figlia di Lord Hallaway verso la quale tendevano tutte le nostre aspettative.
Il movimento ondeggiante delle livree crema dei domestici mi avvertì che l’arrivo di qualcuno era imminente. Mi spostai tra le poltroncine che erano state predisposte per coloro che si volevano riposare tra una danza e un’altra e cercai di mascherare come meglio potevo la crescente trepidazione che mi scalpitava dentro. George era già vicino all’ingresso appoggiato con falsa indolenza ad una colonna della sala. Mi avvicinai dando di nascosto una gomitata al mio amico che colto alla sprovvista sussultò un poco.
«Mr. George Spencer, credete davvero che La Bella possa riceve dai domestici il vostro pacchiano garofano rosso? In vero reputo ciò davvero improbabile, se non addirittura impossibile, fuorché voi non abbiate corrotto qualcuno della servitù di Lord Pempton» esordii con tono conpiaciuto.
«In verità, amico mio, non spero di essere così fortunato, ma la fiducia nella sorte spesso appaga i desideri di un uomo onesto» ribatté lui con fare arguto.
Un fruscio di trine ci distolse dal nostro parlare e calamitò i nostri occhi verso l’ingresso della sala, dalla quale ci si accedeva mediante una maestosa scalinata fatta in marmo italiano. Un gruppo di fanciulle stava salendo i gradini, lo si percepiva dal sommesso borbottio. In un attimo furono dinnanzi a noi. Il mio sguardo era solo per lei. Miss Hallaway spiccava in mezzo a tutte le altre con i delicati capelli dorati acconciati in modo tale che due voluttuosi boccoli le scendessero nell’incavo tra il collo e la spalla e risaltassero sulla bianca pelle. Il raffinato e candido abito la faceva sembrare una creatura celeste.
Con l’animo scosso per l’attesa di quel momento, osservai con estrema attenzione i movimenti compiuti dalla mano del domestico addetto all’assegnazione del bouquet. Seguii la sua mano muoversi dentro la scatola per scegliere quale fiore potesse intonarsi maggiormente alla dama che aveva di fronte. Quando estrasse la composizione prescelta trattenni il fiato e George accanto a me fece lo stesso.
Una camelia rosa.
Guardai in basso con disprezzo alla mia gardenia bianca. Se non altro neanche George avrebbe ballato con lei e con una stizza che mi faceva tremare tutto, mi allontanai a grandi falcate dall’ingresso cercando di raggiungere l’altro capo del salone.
Tutti gli invitati erano pressoché presenti e la sala si era riempita di gente e di voci. Tra non molto sarebbero iniziate le danze ed era mio compito cercare tra le fanciulle l’altra gardenia bianca che avrebbe fatto coppia con la mia. Non ne avevo voglia. La serata era decisamente divenuta meno interessante sapendo che un altro uomo avrebbe monopolizzato l’attenzione di Miss Hallaway.
Ero immerso in sconsolati pensieri quando capii che qualcuno al mio fianco stava cercando di attirare l’attenzione con nervosi colpetti di tosse. Era sir Thomas Wilson, il cugino di secondo grado di mia madre Lady Constance Richardson.
«Scusi l’impertinenza, Lord Richardson, ma non ho potuto fare a meno di notare che il fiore che avete appuntato alla giacca è una gardenia bianca» disse l’ometto con un profondo inchino. «Permettetemi, allora, di introdurvi la vostra adorabile compagna, Miss Harriet Mason, figlia di sir Reginald Mason di Kenilworth Manor nel Warwickshire».
Mentre sir Thomas Wilson parlava i miei occhi vagavano nella sala per scorgere chi era il fortunato che aveva avuto l’onore di ballare con Miss Hallaway e non avevo prestato minimamente attenzione alla fanciulla che gli stava accanto a capo chino. Quando la voce fastidiosa del vecchio finì di snocciolare tutti i suoi omaggi e ossequi alla mia venerabile madre, fui costretto a guardare in direzione della giovane a cui dovevo prestare il braccio.
Rimasi colpito dalla timidezza che la rivestiva quasi fosse un manto utilizzato per nascondersi dagli sguardi degli altri. Cercai di osservala in modo discreto mentre la invitavo a danzare. Una massa di capelli neri era finemente raccolta dietro la testa e qua e là sbucavano dei delicati fiorellini a guarnire il tutto. L’abito era di un celeste così chiaro da sembrare bianco e il tessuto leggero permetteva di scorgere le linee curve che ne definivano il corpo. Notai che il volto le si era acceso ancor prima di iniziare la contraddanza in seguito al contatto della mia mano sulla mano guantata di lei. Il rosso che le coloriva le guance metteva in risalto gli occhi color verde muschio che si nascondevano timidi dietro le lunghe ciglia.
«Gradisce la danza, Miss Harriet?» azzardai a chiedere.
«Sì» rispose lei, come fosse impaurita.
«E il Buckinghamshire? Le piace, Miss Harriet?» proseguii, desiderando mantenere viva la conversazione.
La giovane sollevò con grazia il volto verso di me e annuì dolcemente, mentre un delizioso rossore si spargeva anche sul collo e sulle spalle.
Da dove salti fuori, mia cara Miss Harriet Mason?, chiesi a me stesso mentre cercavo di non perdere il ritmo nel completare le figure della contraddanza. Questa fanciulla aveva molto più fascino di tutte le giovani donne che avevo avuto modo di conoscere fino a quel momento, compresa La Bella Miss Hallaway. C’era in Miss Harriet una dolcezza infinita che andava a mescolarsi con la sensualità del suo corpo sinuoso e l’assenza di civetteria nei modi rendeva la sua timidezza un’intrigante gioco di malizia.
La musica terminò all’improvviso; talmente assorto dai pensieri su Miss Harriet il mio corpo aveva compiuto i vari movimenti del ballo involontariamente e ora mi ritrovavo faccia a faccia con la mia adorabile compagna.
Come un cigno che piega il collo flessuoso per andare a bagnare il becco nell’acqua, così lei inclinò il capo a mo’ d’inchino, poi posò gli accesi occhi verde scuro sul mio volto.
Una vampata di calore salì su fino alle gote; sperai, in vano, di nascondere la sensazione di felicità che aveva lasciato in me la danza appena conclusa.
Dio mio, pensai. Che sia benedetta la gardenia bianca!
Finalmente!
RispondiEliminadevo recuperare gli arretrati, questo fin dalle prime battute mi ha fatto pesnare: wow, che bello, la tipica atmosfera in cui mi piacerebbe poter vivere (sai del tipo: se potessi entrare in un libro, in quale preferiresti vivere?), ecco sarebbe in una storia del genere...
Allora ho proiettato questo mio pensiero su di te e mi sono detta: se l'avessi scritto io, mi ci sarei infilata dentro in qualche modo. Ma la prima ragazza, quella del fiore "sbagliato" aveva i capelli dorati e non potevi essere tu... perciò ho lasciato cadere le mie proiezioni.
però poi entrano in scena quei capelli neri!
Ok, ho le lentine terribilmente appannate e dò un po' i numeri, però sta storia mi è piaciuta tanto e devo assolutamente recuperare gli arretrati!
Ahahah Sonia!! Mi ci dovevo infilare assolutamente in questo racconto :)
RispondiEliminaSappi che è nato anche grazie alla copertina del libro che ti ho commento su Facebook...cosa darei per farmi un viaggetto in quel mondo!
dai, se troviamo i biglietti ci andiamo insieme! XD
RispondiEliminaCara, appena possibile!!! Ho letto un romanzo (questo è il post dove ne ho parlato http://alberodellegocciole.blogspot.com/search/label/Shannon%20Hale) Che mi ha messo addosso una voglia assurda di "partire"....
RispondiEliminauffa ma è in ingleseeeeee prima o poi lo leggerò: in inglese leggo poco, perché mi rallenta molto il ritmo ma quest'estate si può fare :)
RispondiEliminaSi è in inglese, ma credimi per l'estate è il libro perfetto (anch'io l'ho letto d'estate!!) e poi la storia è davvero carina.
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