sabato 13 novembre 2010

Il Club di Jane Austen

Sabato = Il club di Jane Austen. 
Quindi, miei cari, eccomi a parlare di un altro libro sulla nostra amata Jane. Oggi vi parlo dell'ultimo romanzo della trilogia della Aidan, Quello che resta
Siamo arrivati alla conclusione della storia e finalmente possiamo gioire del ricongiungimento dei nostri due amatissimi personaggi, Lizzy e Darcy. 
La trama: 






Fitzwilliam Darcy, uno dei più amati eroi romantici della letteratura di tutti i tempi, è sempre stato un enigma persino per i lettori più affezionati di Jane Austen. Ora, con il volume conclusivo della trilogia a lui dedicata, Pamela Aidan ci rivela le più minute e nascoste sfumature del tormentato animo del gentiluomo.
Sconvolto dall’inatteso rifiuto di Elizabeth alla sua proposta di matrimonio, narratoci nel secondo episodio della serie, Darcy non trova pace: i sentimenti che lo legano a lei non si sono mai assopiti e un incontro casuale con Elizabeth, in visita nel Derbyshire, gli offre un’inattesa opportunità. Nel frattempo, l’acerrimo e odiato nemico Wickham torna a farsi vivo e a tormentarlo, minacciando anche la serenità della sua amata… Sempre rispettando mirabilmente le atmosfere e lo stile della Austen, l’autrice ci regala un’occasione imperdibile per tuffarsi in quel mondo Regency che hanno imparato a conoscere, e ad amare, nelle pagine di Orgoglio e pregiudizio





Come ho già detto sopra, con questo libro ci troviamo nel terzo e ultimo atto di una delle storie d'amore più romantiche mai state scritte. Inutile dire che la narrazione torna ad essere più avvincente rispetto al precedente romanzo e ciò è di certo dovuto al fatto che la Aidan ha di nuovo una base solida su cui ancorarsi, Jane Austen!!! L'autrice riesce a calarci bene nei sentimenti che si susseguono nell'animo del nostro beneamato e anche il lettore insieme a Darcy percepisce la forza di questo amore che non può più essere nascosto ma che esplode in tutta la sua grandezza. Simpaticissimo a mio parere è il tratteggio che viene fatto della figura del valletto di Darcy. Alter ego del padrone, Fletcher (questo il suo nome) ha capito fin dall'inizio i sentimenti che il caro Fitzwilliam prova per Miss Elizabeth Bennet e non mancherà di trovare escamotages per far avvicinare i due. 
Mi è piaciuta molto anche la resa del personaggio del colonnello Fitzwilliam che, sicuramente, trova maggior spazio rispetto al testo originale e ci presenta in maniera più dettagliata la sua storia e il suo carattere. La gelosia che prova Darcy nei suoi confronti per il rapporto di simpatia che si instaura tra lui e la sua amata Elizabeth è un qualcosa di inedito, ma piacevole da scoprire. 
Riguardo Georgiana, Wickham e tutta la questione del matrimonio tra quest'ultimo e la minore delle Bennet rimane molto fedele al testo della Austen. Difatti grazie alla lettera di spiegazione che Darcy scrive ad Elizabeth, già in Orgoglio e pregiudizio avevamo avuto la possibilità di penetrare nei sentimenti del protagonista maschile. 
In conclusione posso dire che il libro è gradevole e scorre facilmente, come gli altri d'altronde; se devo trovare un difetto posso dire che forse il finale arriva in maniera troppo precipitosa. Dopo aver dato tanto spazio a vicende che in un certo senso possono essere viste come secondarie, sulla parte della dichiarazione e conseguente coronamento dell'amore tra i due, la Aidan sembra correre (questa è stata la mia impressione) e nel giro di poco si arriva alla conclusione. Forse sarà che amo così tanto questa storia da non volerla mai vedere finire, ma se ci fossero state un'altra decina/quindicina di pagine ad arricchire il finale le avrei lette ben volentieri. 

Ecco un passo: 

In quell’attimo, Darcy seppe di essere sconfitto, vide tutta la sua nobile risoluzione dissiparsi come fumo nel vento davanti alla visone calda e luminosa colta nei vividi raggi del sole del mattino. Elizabeth! Il cuore nel petto esultò contro tutte le sue precauzioni. Prima che potesse ordinargli di fermarsi, gli occhi radiosi di lei, profondi e carichi di acume, lampeggiarono su di lui da sotto il loro frangiato velame, incontrando i suoi – trattenendo i suoi – con tanta franchezza che il respiro gli si mozzò nel petto…





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