Riemergo ora da questa esperienza fantastica che è stata leggere Nel bosco di Aus di Chiara Palazzolo. L’amore tra me e questo romanzo è sbocciato sin dalla vista della copertina, da amante dei gatti quale sono il micio con gli occhi gialli mi ha completamente ammaliato. E poi c’era la frase sibillina della quarta di copertina: «Ci sono due streghe. Quindi una di troppo. In tutto tre», che ha incominciato a martellarmi nel cervello nella ricerca di una soluzione all’enigma che celava.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che mi hanno spinta a leggere Nel bosco di Aus, ma credetemi, anche se vi capitasse in mano per sbaglio, una volta aperto la storia vi trascinerà al suo interno fino all’ultima pagina.
Per coloro che non conoscessero la trama la possono trovare QUI.
La mia recensione
Ritrovarsi immersi dentro il bosco di Aus è una delle esperienze letterarie più entusiasmanti che ho fatto ultimamente e il merito va tutto a una scrittrice, Chiara Palazzolo, che ha saputo creare un romanzo mai scontato, pieno di mistero e di magia.
La magia è uno degli ingredienti fondamentali di questa storia dal momento che si parla di streghe, eppure quella che si ritrova in questo romanzo non ha nulla a che vedere con la magia edulcorata che spesso siamo soliti leggere nei libri che trattano storie di questo tipo; la magia che trasuda dalla pagine di Nel bosco di Aus è qualcosa di oscuro, di tormentoso, capace di esercitare il suo enorme potere anche sul lettore che ne percepisce la forza in maniera più che vivida.
Forse per retaggi di cose già lette o di racconti sentiti, nel mio immaginario le streghe vengono dal Nord, dal freddo, per piegare ai loro voleri ciò che le circonda, ma Chiara Palazzolo ci fa conoscere un’altra realtà, quella delle potenti streghe del Sud, abili e scaltre, la cui magia si perde nella storia fino a riportare alla mente reminescenze omeriche di donne dai poderosi poteri.
Ed è nel profondo sud d’Italia che vediamo svolgersi la storia di Carla Passante, una donna con una vita lineare tanto da rasentare la banale quotidianità. Madre di tre figli, moglie sufficientemente soddisfatta, insegnante di inglese; Carla è questo e sembra non voler disturbare la sua tranquillità con scelte che possono minare il suo equilibrio. Eppure c’è qualcosa che Carla nasconde dentro e non sa neanche di possedere, c’è un’ombra in lei che si insinua silenziosa e la divora dall’interno portando sempre più allo scoperto le sue debolezze.
Da quando lei e la sua famiglia si sono trasferiti nella nuova casa nei pressi del bosco di Aus, qualcosa è cambiato nella sua vita, al suo posto ora c’è una Carla insoddisfatta, stufa dei suoi figli e svogliata nel lavoro, che rasenta l’odio nei confronti del marito Giovanni quando non c’è l’indifferenza. Delle morti l’hanno toccata da vicino, l’hanno sconvolta, soprattutto quella della sua amica Rita, e da allora Carla sembra aver perso il suo baricentro, barcollando alla ricerca di nuove amicizie. Le troverà in Amanda Satriani, la proprietaria della casa che hanno acquistato, e il suo circolo esclusivo dove Carla incomincia a giocare a burraco; il gioco la prende completamente, ne diventa schiava, ci si accanisce, per giocare Carla trascura tutto, in primis la famiglia e il lavoro.
Il romanzo avanza incalzante seguendo il ritmo vorticoso e circolare delle carte da gioco; Carla sta smarrendo se stessa, alterna momenti di serenità a momenti in cui la rabbia e l’egoismo prendono il sopravvento, neppure la notte sembra trovare quel sonno ristoratore che allenta la tensione accumulata durante la giornata. Incubi sempre più reali la travagliano, la fanno balzare sul letto per poi urlare a squarciagola finché qualcuno non la desta. È un subbuglio interiore quello che vive Carla e non riesce a districarsi all’interno della nuova realtà che le si sta creando intorno.
Ad alimentare i suoi incubi poi c’è Albertino, il figlio più piccolo e anche più amato, che afferma di vedere una strega nella loro casa aggirarsi alla ricerca di non si sa bene cosa.
Carla comincia a dubitare degli altri, delle colleghe, dei suoi figli sempre più estranei e spaventati da quello che lei sta diventando con i suoi continui cambiamenti di atteggiamento e di umore, ma soprattutto Carla comincia a dubitare di se stessa. Qualcosa la sta cambiando e lei non sa nemmeno riconoscere cosa la sta rendendo diversa, passa dalla completa afflizione e frustrazione per aver perso la capacità di comunicare con i figli alla più totale spregiudicatezza che la spinge a cercare le attenzioni di un altro uomo.
C’è della schizofrenia nell’atteggiamento della protagonista e il lettore passa da momenti in cui la compatisce a momenti in cui se ne sente completamente distanziato. Brava, quindi, la Palazzolo a restituire al lettore l’immagine di una donna divisa in tante sfaccettature, come i mille riflessi di uno specchio rotto. Perché Carla è spezzata e più avanza il racconto più si avverte la frattura che si sta creando dentro lei e la sta fagocitando.
Il mondo delle streghe viene presentato a poco a poco, per indizi, intuizioni che il lettore ha insieme alla protagonista e la scoperta della verità va di pari passo rispetto alla narrazione del libro. Chiara Palazzolo riesce a far crescere nel lettore la voglia di comprendere cosa c’è sotto, ma allo stesso tempo, con maestria, conduce colui che legge su terreni scoscesi che difficilmente mostrano la realtà così come essa è realmente.
L’abilità di una strega è quella di sapersi muovere nell’ombra e Nel bosco di Aus saremo completamente spiazzati dalla fitta rete di bugie e di inganni che le streghe sono state capaci di intessere. La magia ha un enorme potere che riesce ad attirare il lettore nella sua trappola dove lo terrà rinchiuso fino alla fine della storia.
Un plauso a Chiara Palazzolo che è stata capace di creare una storia di streghe originale, coinvolgente tanto da sentire anche su di noi la pressione degli incubi che avanzano dentro Carla. La vera strega forse è la stessa autrice che con la sua scrittura a volte frammentata a volte ipnotica riesce a calare il lettore in una realtà contorta e deformata come la brutta strega che Albertino vede aggirarsi intorno a lui.
Il bosco di Aus incombe con le sue piante secolari nello scenario di questo romanzo, che sebbene ambientato al Sud, mostra sempre il verde scuro di un fogliame che nasconde al suo interno segreti antichi come le querce che popolano il bosco.
Per quanto immaginare e pregne di magia, le atmosfere che regnano nel libro hanno anche il sapore di qualcosa di reale, che in qualche modo possa verificarsi anche nella realtà di ognuno di noi; le streghe di Chiara Palazzolo non volano sulle scope, ma possono nascondersi ovunque mimetizzandosi anche nelle persone più comuni.
È questa l’abilità più grande della scrittrice, rendere la magia un fatto tangibile.
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