venerdì 4 febbraio 2011

Il dilemma dell'onnivoro

 

Da non molto nelle librerie è arrivato un nuovo libro della collana Y della Giunti, si tratta de Il dilemma dell'onnivoro di Michael Pollan. Questo non è un libro come tutto gli altri, ma cerca di essere una sorta di guida, un vademecum da portare con sé per cercare di capire cosa veramente mettiamo nei nostri piatti. 
A volte, senza renderci conto, mangiamo cose che nemmeno lontanamente possiamo definire cibo. Ma come riuscire a capire e a saper distinguere?
Il dilemma dell'onnivoro cerca di aiutarci proprio in questo. 

Da dove vengono i cibi che ingeriamo? Che cosa stiamo mangiando davvero? Michael Pollan decide di improvvisarsi «detective del cibo» per conoscere l'evoluzione e i segreti nascosti dietro quello che si mangia, dal seme al frutto, dalla storia del «cibo con una faccia» alla carne lavorata e anatomicamente irriconoscibile. Inizia così una ricerca che lo porta a conoscere varie realtà, dalla produzione industriale a quella dei produttori diretti. Fast food, supermercati, fabbriche, macelli e piccole fattorie diventeranno il terreno della sua instancabile marcia verso la consapevolezza. In questo viaggio pieno di scoperte ma anche di incertezze, Pollan dovrà affrontare molte esperienze che lo metteranno a dura prova, dovrà combattere e accettare compromessi, dovrà forzare la sua indole e imparare a cacciare e a uccidere per nutrirsi. Alla fine però ritroverà la strada di un rapporto diverso con madre natura e sarà in grado di scegliere come comprare, cucinare e mangiare. La sua ricerca si conclude con un menù a quattro portate dove finalmente quello che c'è nel piatto non è più un dilemma ma la storia appena raccontata. 

E non siete curiosi di sapere a che livello si trova la vostra cultura riguardo al cibo? 
Qui troverete un simpatico quiz creato dalla sottoscritta per tastare il vostro livello di preparazione. Ora non vi resta che mettervi alla prova!

3 commenti:

  1. Sto leggendo questo libro.
    Appena l'ho preso in mano non ero molto convinta,pensavo ad un solito libro sull'alimentazione.ormai si trovano a iosa esperti in questo o quel campo che ti dicono come cosa mangiare.
    Mi è bastato però girarlo e leggere "..il fast food è cibo di cattiva qualità...per produrlo occorrono una grande quantità di petrolio e di farmaci.Quando mangi fast food mangi letteralmente petrolio".
    Adoro i panini del fast food così buoni e pieni di schifezze e sopratutto pronti quando vuoi senza dover pensare alla cena da preparare.L'ho sempre saputo che non erano il top della genuinità della salute etc,ma una volta ogni tanto... Ora però dopo quello che stò leggendo non credo che riuscirò più a portare le mie figlie in uno di questi posti.
    Unica mia speranza è sperare nella maggior ristretezza delle leggi italiane ed europee in fatto di alimenti per uomini e bestiame.ma a tal proposito mi devo ancora informare.
    Comunque stò iniziando a valutare meglio i miei acxquisti anche se non è molto semplice...sapere che la mia bistecca mi arriva da tal paese piuttosto che da un altro che è stata sezionata qui piuttosto che là e che è stata confezionata qui o là non mi dà nessuna informazione precisa su cosa ha mangiate la mucca prima di diventare bistecca.Dovrei informarmi sulle normative di ogni stato che trovo sull'etichetta... un bel lavoro,quasi come quello di Michael Pollan.
    Per fortuna ora almeno abbiamo le etichette che hanno l'obbligo di indicare la provenienza... meglio di niente anche se non credo sia sufficiente... erba o mangime infestato di antibiotici,medicine e...? questo è il problema!
    Non avevo poi nemmeno idea di quanti prodotti si potesse ottenere dal mais... mi stò faccendo un elenco delle sostanze descritte nel libro per poi cercarle nelle cose più diverse che ho in casa..
    mangiare cibo vero.Uno dei consigli di Pollan.
    Ho avuto la fortuna di mangiare per un periodo burro e formaggio prodotto da un conoscente che aveva alcune mucche (ora purtroppo per motivi d'età ha smesso) sentivo il sapore del latte in quel burro..altrochè i burri (pur costosi)del supermecato.
    Per essere arrivata solo a metà libro ( e lo ammetto aver sbirciato e letto un pò di qua e di là anche il resto) è un libro che invita a riflettere su ciò che ingeriamo.
    Buona lettura.

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  2. Anch'io sto leggendo il libro di Pollan e conto di recensirlo a breve. Concordo pienamente con ciò che hai detto e per fortuna ho una famiglia abbastanza attenta a ciò che riguarda l'alimentazione. Non si tratta di essere fanatici, ma accorti. Quello che fa Pollan è un lavoro maniacale: leggere le etichette, studiare i singoli ingredienti, ect... non è facile, soprattutto se uno quando fa spesa va anche di fretta. Questo è un grande sbaglio, perché il cibo non è un vestito che anche se non ben fatto lo puoi buttare, il cibo te lo metti dentro. Comunque credo che sia necessario mettere in conto la zona di provenienza di Pollan, ovvero gli Stati Uniti. Per quanto mi piaccia questo paese, riguardo al cibo lasciano proprio a desiderare. Ogni giovedì notte (alle 2.00 per esattezza) guardo in diretta un telefilm americano che mi piace molto, in pratica lo guardo in diretta insieme agli abitanti degli States. Perché ti dico questo, be' perché guardandolo in diretta mi devo sorbettare anche la pubblicità e tutto ciò mi ha aperto scenari che sinceramente qua da noi non si vedono, non in maniera così massiccia. Lì ogni 6/7 min. di telefilm mandano la pubblicità e gli spot con cui li bombardano sono quasi esclusivamente tutti riguardanti il cibo, e che cibo! Fast food in tutte le salse, patatine, bibite gassate e soprattutto il re degli spot pubblicitari: il pollo! Sì, perché gli fanno vedere il pollo cucinato in tutti modi (naturalmente nessuno vagamente salutare). Figurati, più volte è passato lo spot per iscriversi all'accademia del Gordon Blue! E' un vero e proprio lavaggio del cervello da cui uno a fatica viene fuori. Io abito in provincia e riuscire a trovare il contadino che ha ancora i suoi animali da cortile e le sue verdure è possibile (ancora), ma mi rendo conto che non tutti possono avere questa fortuna. Inoltre c'è tutto il discorso sui mangimi dati agli animali. Se uno guardasse a tutti questi aspetti, molto probabilmente si sentirà scoraggiato nel cercare di attuare un regime di alimentazione attento e responsabile, ma è pur vero che il libro di Pollan offre notevoli spunti per cercare con le proprie forze di sopravvivere a questa guerra del cibo.

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  3. Questa versione de Il dilemma dell'Onnivoro é per adolescenti pertanto si presenta come un volume corredato da foto e grafici. Lo stile semplice e immediato lo rende di facile comprensione (simile ad una lezione).
    Come potete immaginare dal sottotitolo non si tratta di un romanzo ma di un libro inchiesta dedicato al cibo.
    L'autore fa un'attenta analisi di cosa si nasconde dietro quello che mangiano gli americani (forse per noi italiani non sarà molto utile). Tutto ruota attorno al Mais (ripetuto fino allo sfinimento).
    L'autore, poi, ha suddiviso il libro in quattro sezioni (4 catene alimentari: Industriale, Biologica Industriale, Sostenibile locale, Caccia-raccolta). L'autore sperimenterà in prima persona tutte le catene in modo da presentarci un quadro accurato e completo.
    Effettivamente, il libro mette davvero in crisi le proprie abitudini alimentari, perché man mano che si procede con la lettura trovi sempre qualche alimento che faresti bene a non mangiare più. Ma passato qualche giorno, addio scrupoli e sensi di colpa. E' anche vero che di tanto in tanto cerco nel mio piccolo di fare qualcosa di buono per la natura e per il mio stomaco.
    Interessante anche grazie agli excursus storici e i simpatici aneddoti ma dubito che gli adolescenti italiani siano interessati a questo tipo di letture.

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