Titolo: La ragazza del libro dei fuochi Autrice: Jane Borodale
Casa editrice: Leggereditore Pag: 400 Costo: €12
Presso la casa editrice Leggereditore e in uscita il 24 febbraio, troveremo tra gli scaffali delle librerie, La ragazza del libro dei fuochi, un romanzo tutto nuovo di una giovane scrittrice al suo esordio.
In un'Inghilterra di metà Settecento, Agnes Trussell deve far fronte ad una vita che le si prospetta tutt'altro che facile. Sola, senza soldi e per di più incinta si trova a vagare per Londra. L'unico appiglio su cui aggrapparsi è proprio il suo lavoro di apprendista in un laboratorio di fuochi d'artificio. Ma con la giovane vita che sta crescendo dentro di lei, come potrà Agnes nascondere il suo segreto? Perché se ciò venisse scoperto, tutti i suoi sogni svanirebbero nel nulla...
Un esordio, quello di Jane Borodale, che denota già la sua bravura nello scrivere (non a caso è stata una delle finaliste al prestigioso Orange Prize) e una pienezza di stile che l'ha vista accostata a grandi nomi del passato, come quello delle sorelle Brontë.
La trama:
Qui sotto vi riporto ciò che l'autrice ha detto riguardo a come è nata la storia di Agnes e quale è stata la sua ispirazione.Londra 1752. Fra i vicoli umidi di pioggia si aggira la giovane Agnes Trussell, con in tasca una manciata di monete rubate e nel grembo una vita che cresce suo malgrado. Ma una porta si apre all’improvviso nel buio e Agnes si ritrova ad accettare un impiego come apprendista in un laboratorio di fuochi d’artificio. Mentre impara a muoversi in un mondo fatto di polveri esplosive, gesti prudenti e tentativi malriusciti, la ragazza conquista lentamente la fiducia dell’enigmatico John Blacklock e si unisce alla sua missione: creare i fuochi più spettacolari che l’occhio umano abbia mai visto. I mesi corrono, e per Agnes diventa sempre più complicato celare il suo segreto agli sguardi ambigui della signora Blight, la governante che controlla ogni sua mossa.Ma in una casa dove nulla è ciò che sembra, il destino può prendere pieghe inaspettate e neanche la fervida immaginazione di Agnes prevede ciò che il futuro ha in serbo per lei.
(Il brano è stato tradotto da me, la versione in originale la potete trovare qui nel sito dell'autrice)
La storia di Agnes Trussell mi è venuta in un lampo, in una notte di falò a Dartmoor, ed è cresciuta da quel momento, lentamente, per quattro anni. Ho iniziato a scrivere e ho scoperto che c'erano diversi strati della forma che stavo cercando: c'erano le idee che volevo esplorare e i fatti più concreti che avevo necessità di mostrare per far sì che la storia proseguisse. C'erano le atmosfere e le strutture in cui volevo che la storia si immergesse, e c'era il sentiero delle informazioni che avevo raccolto mentre ricercavo riguardo lo stile di vita del diciottesimo secolo e la storia dell'arte pirotecnica. Inoltre, ho capito che un romanzo ha il suo microclima e spesso le cose sembrano semplicemente accadere al suo interno, per un loro proprio accordo.
Da bambina avevo una passione per i fuochi d'artificio; il 5 novembre era molto significativo dove sono cresciuta, in Sussex, e l'uomo, che correva al negozio locale, creava i suoi fuochi d'artificio - molto rumorosi, semplici ed eccentrici, che avrebbe acceso più tardi la sera quando la manifestazione era finita e il falò si era spento. Tutto ciò mi colpiva, anche da bambina, come una forma vivace di attività sovversiva.
Mi piacque l'idea del fuoco come catalizzatore del cambiamento, della fortuna, della forza, della magia e del pericolo. E' ricco di simboli e volevo che il mio creatore di fuochi d'artificio, John Blacklock, fosse enigmatico, oscuro, con qualcosa in lui che ricordasse il mito di Prometeo. Sono rimasta affascinata dalla scoperta dei fuochi d'artificio colorati - che apparvero poi verso la fine del secolo - ma ancor di più incuriosita dal pensiero del tempo trascorso prima della scoperta stessa; il periodo della ricerca e della sperimentazione, della speranza e della delusione, che portarono al momento cruciale dove il vuoto nella conoscenza venne riempito.
Mentre scrivevo, ho iniziato ad essere interessata sempre di più al destino del sottoproletariato rurale e urbano come conseguenza dell'industrializzazione che rapidamente aveva alterato la campagna e la città. I resoconti della Corte della Corona di coloro che furono impiccati in nome della legge, spesso per i crimini più piccoli a fronte della più miserevole povertà, divennero parte della storia come paralleli e stimoli al racconto della condizione di Agnes. Sentivo che il suo personaggio si sviluppava direttamente dallo sfondo che aveva alle spalle - ed ero interessata ad esporla alla città come un posto di idee, di cambiamento. Inoltre volevo esplorare la nostalgia di casa nel sogno e nella memoria, durante la sua vita trascorsa altrove.
Nessun commento:
Posta un commento