Titolo: Notti bianche Autore: André Aciman
Casa editrice: Guanda Pag: 466
Costo: € 19,50
A volte per innamorarsi basta un attimo ed è quello che è successo ai due protagonisti del nuovo libro di André Aciman. In una New York frenetica e ignara delle vite dei suoi abitanti, due persone si incontrano per caso, ma questo basta per dar vita ad un sogno. E se i sogni svanissero con la stessa velocità con cui li abbiamo visti proiettati davanti ai nostri occhi? Per superare le nostre paure occorre fare solo una cosa: vivere.
Sotto la neve anche la "Città che non dorme mai" sembra un mondo incantato e ci guida in una storia fatta di desideri e di contrasti, di sentimenti corrisposti e di difficoltà, perché come afferma Marie Arana per The Washington Post "how much sweeter if the road to it is a living hell".
La trama:
«Sono Clara.» In apparenza, la più banale delle presentazioni; eppure per il giovane protagonista del romanzo, che la vigilia di Natale si trova catapultato quasi per sbaglio nel trambusto di una festa, circondato da illustri sconosciuti, è lo schiudersi improvviso e folgorante di un sogno, di una nuova prospettiva di vita. Clara è bella, colta, irriverente, e i due, banditi i convenevoli, ingaggiano fin dai primi istanti una serrata schermaglia amorosa, in cui si susseguono a un ritmo vertiginoso affondi, brusche ritirate e stoccate impietose e divertite sui presenti, presto confinati al ruolo di comparse.
Insieme al desiderio, cresce la paura struggente che tutto, com’è cominciato, possa di colpo finire; ma l’incanto si rinnova sera dopo sera, in un percorso circolare che li conduce fin sulla soglia del nuovo anno. Una New York inedita, dai riflessi viola-argentei, notturna e invernale, è lo scenario complice di questo incanto, con le chiatte ormeggiate sul - l’Hudson su cui scorrono lenti i lastroni di ghiaccio; i parchi innevati e lo skyline di Manhattan a evocare un mondo fiabesco, carico di echi letterari. Tra passi falsi e vani tentativi di opporsi a un sentimento ineluttabile e a un prepotente desiderio di felicità, il lettore assiste in presa diretta al momento magico e irripetibile della nascita di un amore, alla costruzione paziente e minuziosa di un universo condiviso di parole, rituali e ricordi, intensi e talvolta dolorosi.
Un brano:
A metà della cena già sapevo che avrei rivissuto la serata dall’inizio: l’autobus, la neve, la camminata lungo la leggera salita, la cattedrale in lontananza dritto di fronte a me, la sconosciuta in ascensore, l’ampio salone affollato di facce illuminate dalla luce delle candele, raggianti di risate e premonizione, il pianoforte che suonava, il cantante dalla voce roca, il profumo di legno di pino ovunque mentre vagavo di stanza in stanza, pensando che forse sarei dovuto arrivare molto prima, o magari tardare un po’, o non venire del tutto, le classiche acqueforti color seppia sulla parete accanto al bagno, dove una porta a battente si apriva su un lungo corridoio che conduceva ad aree private precluse agli ospiti e poi curvava di nuovo verso l’ingresso e, come per miracolo, ti conduceva al salone, dove nel frattempo si erano radunati altri ospiti e dove, raggiungendomi accanto alla finestra, nel punto in cui pensavo di aver trovato un angolino tranquillo dietro l’immenso albero di Natale, d’improvviso qualcuno mi diede la mano e disse: «Sono Clara».L'autore: Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1951, André Aciman è uno scrittore statunitense e attualmente insegna Letterature comparate alla City University di New York, città dove vive con la sua famiglia. Presso Guanda ha pubblicato anche: Ultima notte ad Alessandria e Chiamami col tuo nome.
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