giovedì 21 luglio 2011

Recensione L'estate dei fantasmi di Saundra Mitchell

 

Proprio per alleviare la calura di questa estate non ho potuto fare a meno di leggere subito L'estate dei fantasmi di Saundra Mitchell e devo dire che la lettura è stata davvero piacevole.
Per chi volesse conoscere la trama e le informazioni del libro deve solo CLICCARE QUI e potrà leggere il post di presentazione pubblicato giorni fa.
Ora non mi resta che scrivere cosa mi ha lasciato questo nuovo romanzo.

La mia recensione

«C’era una volta una piccola cittadina della Louisiana dove tutto scorreva pigro e sonnolento e i pochi abitanti trascorrevano le loro giornate estive in una noia senza stimoli.».
Così potrebbe iniziare il romanzo di Saundra Mitchell, L’estate dei fantasmi, il nuovo young adult della Giunti Y da poco approdato nelle librerie. È davvero un’estate priva di stimoli quella che si accingono a vivere Iris e Colette, due quattordicenni della città di Ondine. Trovare il metodo per sconfiggere la noia che le attanaglia è la loro principale occupazione e per cercare di riuscire nel loro intento atteggiarsi a streghe con poteri e incantesimi sovrannaturali sembra fare al caso loro.

Ognuno di noi ha desiderato almeno una volta nella vita di vivere un’esperienza sovrannaturale. Che ci atterrisca o che ci elettrizzi pronunciare formule a cui attribuiamo un qualche potere mistico ed evocativo appare ai nostri occhi come qualcosa di estremamente intrigante. Ma se quello che è partito come un gioco per sconfiggere la noia, si tramuta in qualcosa di spaventosamente reale allora si rompe il muro della fantasia per approdare in terreni sconosciuti e inquietanti.

Cosa occorre per evocare uno spirito? Neanche Iris e Colotte lo sanno, ma forse l’anima infelice che le andrà in cerca non aspettava altro che qualcuno desideroso di ascoltare. Quello che doveva essere un passatempo estivo diventa invece una ricerca della verità, perché lo spirito che Iris vede intorno a lei ha qualcosa a che fare uno dei pochi misteri di quella piccola cittadina della Louisiana. Elijah è scomparso da oltre vent’anni e nessuno ha mai saputo qual è stata la sua fine, molti credono che sia scappato da un luogo opprimente e da una famiglia che lo asfissiava, ma forse la verità è un'altra e giace nascosta in quella terra paludosa dell’estremo Sud degli Stati Uniti.

A metà tra una gosth story e un mystery, L’estate dei fantasmi è un romanzo che ci racconta una ricerca, quella di Iris ma anche di Colette e Ben per cercare di dare serenità ad un Elijah sempre più ossessivo e impulsivo nelle sue apparizioni, ma è anche la ricerca di se stessi, delle proprie verità, dei propri cambiamenti. È facile essere amiche e condividere tutto quando si è solo delle bambine, eppure quando l’adolescenza si affaccia nelle loro vite gli ormoni scalpitano, i caratteri si definiscono e quello che prima sembrava semplice e naturale adesso può anche costare fatica. Si litiga, si cerca di riappacificarsi, di riconquistare quello che si crede perduto e di rivendicare quello che si crede proprio. Iris e Colette avranno davanti a loro un’estate che le vedrà crescere e maturarsi anche grazie a un fantasma che le guiderà attraverso i meandri più oscuri e i segreti inconfessabili di una cittadina che in superficie appare priva di ogni stimolo, ma che in realtà cova al suo interno pregiudizi, bigottismo e voglia di mantenere le apparenze.

Sarà un’estate per crescere, per capire veramente il valore dell’amicizia e comprendere le persone su cui bisogna fare affidamento. Questo aspetto così umano presente nella narrazione nulla toglie al mistero che avvolge le pagine del romanzo di Saundra Mitchell, veramente brava a intessere una storia che bilancia molto bene l’aspetto reale a quello magico e sovrannaturale. I dubbi riguardo a ciò che ne è stato di Elijah non si dissiperanno se non alla fine, dopo che una serie di ipotesi, a volte anche tormentose per le protagoniste, si saranno susseguite nella mente soprattutto di Iris che vede il mistero avvicinarsi sempre di più alla sua famiglia mano a mano che dalle profondità riemergono i perché sepolti da molto, troppo tempo.

Da questa storia ne esce una Louisiana capace di affascinare con le sue eterne contraddizioni, dove la società ancora sente i retaggi di un passato sfarzoso e allo stesso tempo schiavo delle apparenze, dove la religione viene vissuta con cieca devozione rasentando la superstizione, dove l’aria è intrisa di leggende e di magia tanto da rendere elettrica l’aria che si respira. Una Louisiana calda e asfissiante, dove l’acqua della proprie paludi si mescola con l’afa di un’estate opprimente, dove il sole picchia con i suoi raggi sugli abitanti di quelle terre e dove la notte si alterna al giorno per dare spazio a tutto quello che non può essere visto ma che è presente da sempre.

Inutile dire che il personaggio di Iris spicca su tutta quanta la narrazione; è lei quella che vede Elijah, è lei quella che subisce le sue ire e cerca di accogliere i suoi segreti, è lei che ci racconta l’alternarsi di sentimenti che l’adolescenza le fa provare e tenta di spiegare a se stessa quello che sta accadendo a lei e a Colette. Gli altri personaggi le ruotano intorno rendendo la sua persona ancora più ricca di sfumature.

Per quanto può sembrare strano o per lo meno inatteso è l’amore il sentimento che in maniera più o meno visibile si distende come una nebbiolina sottile per tutto il romanzo. C’è quel tipo di amore che è l’amicizia, in grado di farti superare anche gli ostacoli del momento, i piccoli litigi, spingendoti ad essere leale sebbene questo significa sacrificio; poi c’è l’amore quello che fa palpitare il cuore anche quando non te lo aspetti, anche quando senti che dare spazio a quell’amore può far male e farti male; inoltre c’è l’amore per la propria famiglia che, anche se imperfetta e magari fastidiosa in alcune occasioni, troverà sempre un piccolo spazio dentro ciascuno di noi e che ci spingerà a difenderla e a preservarla dal dolore. Per ultimo c’è ancora un altro tipo di amore, più che altro un attaccamento, quello alla terra che ci ha visto nascere. Sia che la disprezziamo sia che quella realtà ci vada stretta non riusciremo mai a recidere totalmente quel legale che ci tiene annodati a quei luoghi. Non a caso in un altro libro che ha saputo cantare con lirica maestria i profumi e i colori di queste terre del Sud troviamo un passo che credo ben descriva tutto ciò. Naturalmente sto parlando di Via col vento e questo è quello che Gerald O’Hara dice a Rossella.
(riporto la celebre frase del film) 

Oseresti dire, Miss Rossella O'Hara, che la terra non conta nulla per te? Ma se è la sola cosa per cui valga la pena di lavorare, di lottare, di morire! Perché è la sola cosa che duri.

Un romanzo che si fa apprezzare per le sue tante facce: quella misteriosa, quella tenera, quella spiritosa, quella magica, quella reale e struggente. Tanti gli argomenti che vengono affrontati in queste pagine, capaci di spaziare dai toni leggeri dell’adolescenza fino a quelli dolorosi della scoperta di sé. Tutti cercano il proprio spazio nel mondo ed è quello che cercano di trovare Iris e Colette nell’arco di questa estate. Un romanzo che ti spinge a voltare pagina dopo pagina regalandoci una storia che sa andare in profondità senza perdere il brio di una narrazione fresca e giovanile.


VOTO DEL BLOG:

 Great Book. Gran bel libro, da non perdere.

2 commenti:

  1. Che bello poter leggere una tua recensione, visto che il libro ormai l'ho letto!
    stupende parole come sempre, sai riassumere e raccontare e far riflettere senza mai perdere il filo... le tue recensioni sono quelle che ammiro di più nella marea di blog esistenti ;)

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  2. Sonia, non dire così che poi mi emoziono troppo!! Cmq GRAZIE mille per le tue splendide parole :D

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