martedì 12 luglio 2011

Recensione Lord John e una questione personale di Diana Gabaldon


Come vi avevo anticipato qualche giorno fa, eccomi a parlare del nuovo romanzo pubblicato di Diana Gabaldon: Lord John e una questione personale

La mia recensione


Prima di partire con la recensione devo fare due affermazioni. La prima è che sono un’amante delle storie piene di mistero, intrighi e quant’altro che rendono la narrazione densa di colpi di scena; la seconda è che sono una grande appassionata delle storie in costume, non che i libri ambientati ai giorni nostri o giù di lì non mi piacciano, ma quando un libro mi trascina in epoche passate e mi fa rivivere quelle atmosfere devo dire che mi lascia quel retrogusto di antico che apprezzo davvero molto in una storia. Tutta questa premessa è servita a spiegarvi, al meno in parte, come io possa essermi approcciata al nuovo libro di Diana Gabaldon pubblicato in Italia dalla casa editrice Corbaccio. La storia che scorre tra le pagine di Lord John e una questione personale catapulta il lettore nell’Inghilterra del 1757 quando sul trono sedeva, ancora per qualche anno, re Giorgio II.

Di certo molti di voi avranno già conosciuto questa famosissima scrittrice grazie alla sua saga Outlander, ma personalmente non ho ancora letto i precedenti libri e quindi ero completamente all’oscuro di quello che poteva essere accaduto nei precedenti romanzi pubblicati. Va detto subito che questo romanzo si discosta dalla saga e prende vie tutte sue; la sua stessa nascita ci viene spiegata dalla scrittrice fin dall’introduzione, in modo tale da avvertire il suo lettore. Convinta di lavorare a un racconto sulla figura di Lord John Grey, personaggio secondario della saga Outlander, la Gabaldon si è ritrovata a scrivere un romanzo vero e proprio dalle tinte gialle che si delinea quasi come uno spin off della sua famosa saga.

Così il suo romanzo diventa accessibile a tutti, sia a coloro che conoscevano il Lord protagonista di queste vicende sia a coloro che non ne avevano mai sentito parlare. Non ci sono grandi riferimenti a cosa è successo in precedenza e la storia si muove con disinvoltura su altri spazi, dando la possibilità di percepire i romanzi della Gabaldon come uniti e allo stesso tempo separati.

Sin dalle prime righe la Londra che si apre davanti ai nostri occhi ha tutto il fascino e tutti i difetti che poteva possedere la capitale inglese a quei tempi: la sua società aristocratica, i suoi club esclusivi, le carrozze e i cavalli, ma anche i disgustosi odori che provenivamo dai liquami che riempivano le strade e i palazzi della City, dove sudore e profumo si mescolavano insieme a creare una “fragranza” esclusiva che una persona dei giorni nostri può immaginare con difficoltà.

È in questo mondo che faremo, o ritroveremo, la coscienza di Lord John, giovane nobile inglese prestante servizio nell’esercitò di sua maestà. Molto attaccato alla sua famiglia Lord Grey si trova fin da subito ad affrontare una spinosa questione, che ritroviamo anche nel titolo. Sua cugina Olivia sta per sposare un uomo, tale Joseph Trevelyan, che sembra possedere tutto: soldi, nobile famiglia, conoscenze, aspetto gradevole. Quello che Lord John ha scoperto, però, è capace di rovinare la reputazione di Trevelyan in un manciata di secondi e con la sua quella della giovane ragazza che si accinge a sposare. Trevelyan è affetto dalla sifilide, morbo che in quell’epoca e non solo portò alla morte numerose persone e soprattutto denotava uno stile di vita al quando libidinoso e licenzioso.

Ci troviamo di fronte a una società che cerca di nascondere i propri vizi e le proprie inclinazioni, ma porta addosso il marchio di quello che, una volta chiusa la porta delle proprie stanze private, si diletta nel fare. Ne sa qualcosa anche Lord John che, costretto a celare la propria omosessualità, conosce bene i bassifondi in cui si aggirano anche i nobili come lui per poter dare sfogo alle pulsioni mascherate durante il giorno.

Un mondo davvero ricco di personaggi, le cui vite si intrecciano a formare un rete di relazioni davvero intricata. All’interno di questa matassa aggrovigliata Lord John dovrà recuperare il filo che lo condurrà alla verità su Trevelyan, ma durante il suo percorso troverà non pochi ostacoli sulla sua strada. Brava Diana Gabaldon a costruire una storia ricca di avvenimenti che affollano la mente del lettore sviandolo dalla vera realtà dei fatti. Ogni volta che un tassello si aggiunge nell’indagine, subito dopo l’idea che si andrà a formare verrà annebbiata da altri particolari che renderanno sempre più cupa la storia. L’autrice riesce così a depistare il suo lettore e come una ventata dispettosa butta all’aria tutti i castelli di carte che lentamente si stava cercando di mettere in piedi.

L’aspetto erotico-amoroso all’interno della vicenda narrata ha un peso importante, anche a rimarcare l’atteggiamento pressoché universale della nobiltà dell’epoca, ovvero del godere, molto spesso sfrenato,dei propri piaceri. L’aurea di promiscuità che caratterizzava il periodo si respira per tutta la durata della storia, rendendo l’investigazione ancora più complicata per via dell’addentransi in terreni paludosi come quelli dei bassifondi, dei bordelli e dei luoghi dove si ricerca l’appagamento delle proprie voglie. Inoltre, la carica sessuale e sensuale provata da Lord Grey nei confronti di alcuni personaggi che appariranno tra le pagine di questo romanzo è descritta un maniera coinvolgente e viene trasmessa al lettore che ne sente tutta la forza.

È comunque l’ambientazione che la fa da padrona e lo scenario in cui la storia si svolge è il vero protagonista di tutto il romanzo; i personaggi che si muovono tra le vie di questa licenziosa e brulicante Londra risultano inevitabilmente più sbiaditi in confronto alla stessa città che, come una donna vanitosa, cerca sempre di attirare le attenzioni del lettore su di sé. La ricostruzione degli ambienti e degli usi e costumi sono puntuali e denotano uno studio pregresso che la scrittrice ha svolto con molta cura, anche per via della sua stessa saga. L’universo che viene fuori da queste descrizioni è concreto e tangibile e si fa carico di coinvolgere il lettore nella storia molto più dello stesso protagonista che più volte sembra non possedere quel carattere forte e deciso che ci sarebbe aspettati da lui.

La narrazione è comunque ben condotta ed equilibrata così che il romanzo si legge in modo molto scorrevole. C’è un’equa ripartizione tra narrazione, dialogo e descrizione all’interno di Lord John e una questione personale che fa sì che il lettore non trovi punti di stallo, dando alla storia un ritmo sostenuto. Non potendo, però, fare un paragone con le precedenti prove della Gabaldon, non posso affermare se con questo nuovo romanzo essa confermi il suo stile, ma di certo la sua scrittura denota una fluidità tale da far presupporre l’alta qualità anche dei suoi scritti precedenti.

Un libro che si legge con piacere e in maniera disinvolta, un viaggio in un’epoca passata che ci si mostra in tutto il suo splendore e in tutte le sue ombre.

VOTO DEL BLOG:

 Great Book. Gran bel libro, da non perdere.

2 commenti:

  1. Mi sa che mi tocca comprarlo!!!^^ la tua recensione mi è piaciuta molto!
    pensa che io ho appena recensito i primi 4 della Gabaldon (outlander), se ti è piaciuto questo, allora ti consiglio anche gli altri^^
    un abbraccio
    la Zia Artemisia

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  2. Sono che la mia recensione ti sia piaciuta e che ti abbia aiutato nella scelta, se poi lo leggi fammi sapere come ti è sembrato. In molti hanno letto Outlander e ne parlano bene (alcuni no, ma i gusti sono gusti) e mi sa tanto che seguirò il tuo consiglio. Se non altro almeno voglio leggere "La straniera".
    Un bacione

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