Inizio scusandomi per non essere riuscita a pubblicare ieri, la quinta tappa del Blog Tour di Libero arbitrio, romanzo di Caterina Armentano, ma Blogger come spesso ultimamente ha fatto i capricci.
Ora, però, dopo la mie scuso voglio subito passare a questo bellissimo romanzo e dare spazio a questa storia che ho letto con vero piacere.
Titolo: Libero arbitrio Autrice: Caterina Armentano
Casa editrice: 0111 Edizioni Pagine: 200
Prezzo: € 15,00
La trama:
In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra loro. Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad “Amici” nonostante abbia superato l’età e digiuna se Gigi d’Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama.Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l’ha travolta e perseguitata per tutta la vita: in una notte catartica e senza luna, a Ester sembra che le membrane del tempo si siano squarciate, offrendole la possibilità di sbirciare nel futuro e consentendole di vedere il volto della sua futura bambina. Ma si accorgerà ben presto che questa meravigliosa visione resterà ciò che era, cioè un sogno e che, al contrario, la realtà ha in serbo per lei un tragico finale.
La mia recensione
Leggere Libero arbitrio di Caterina Armentano è stata un’esperienza che mi ha coinvolta nel profondo. Sarà che sono una donna e questo romanzo parla di donne, ma la capacità di evocare situazioni, anche molto distanti da quelle che siamo soliti vivere, permette al lettore di andare in profondità e arrivare a toccare corde di sentimenti che neanche si pensava di possedere.
Un racconto corale dove tante figure si intrecciano tra loro a mostrare una realtà che è sempre diversa e sempre uguale. Due sono le protagoniste, Ester e Rebecca, ma insieme a loro prendono vita e si impongono sulla pagina anche tutti gli altri abitanti di questo piccolissimo paesino sperso nella Calabria.
Il titolo già convoglia la nostra attenzione su quello che, seppur mai citato espressamente molte volte nel libro, rappresenta il fulcro di tutta questa storia: il libero arbitrio. Concetto logorato da una società che spesso ne fa un uso improprio sciupandone la sua potenza, il libero arbitrio di cui ci parla Caterina Armentano è un qualcosa che va oltre la banale interpretazione e si colloca in un universo che si muove sulle scelte che ciascuno di noi decide di compiere.
La differente concezione di libero arbitrio è la cosa che più distanzia i caratteri e i comportamenti di Ester e Rebecca. Entrambe colpite nel profondo dal loro desiderio di essere madri, esse si affacciano a questa maternità negata in maniere estremamente differenti; Ester è consumata da un sogno che l’ha resa schiava di un futuro che non vede realizzarsi, Rebecca si è rassegnata amaramente a un destino che sembra non volerla madre di un figlio tutto suo.
Intorno a loro si muovono tutti gli altri personaggi di questa storia che contribuiscono a rendere ancora più vivo lo scenario dove tutto si consuma. Un condominio dove abitano donne che portano con sé rabbia, frustrazione, malinconia, sottomissione, egoismo e paure. Ognuna insoddisfatta della sorte toccatagli, nessuna forte abbastanza da prendersi cura di se stessa. Così come Gianna è stufa di un marito e dei figli che le hanno tolto ogni momento da dedicare solo a lei, così Raffaella è in cerca dell’amore e non riesce a trovare niente di meglio che intessere una storia clandestina con un uomo sposato che non potrà mai realizzare i suoi sogni di essere moglie e di avere una casa tutta per sé. Poi c’è Cosima che lotta perennemente contro la sua mancanza di forza d’animo trincerandosi dietro silenzi carichi di rabbia e orgoglio, pur di non mostrare le ferite esterne e interne che il marito le procura. Miriam, invece, sogna di rimanere per sempre bambina e la superficialità di un avvenire nel mondo dello spettacolo crede possa appagare quello che la vita non le sta offrendo con una famiglia e due figlie.
Chi ha dei figli se ne lamenta, mentre dall’altra parte c’è chi li cerca in modo convulso e disperato, come Ester. Ma il concetto di maternità, concessa o desiderata che sia, seppur permeando tutto il romanzo va ben oltre lo sterile concetto, ma scava nella profondità di ciascun personaggio per portare alla luce tutte le sfumature che li caratterizzano da quelle più nobili a quelle più meschine. È uno spaccato di vita reale e uno squarcio dell’animo umano quello che è capace di offrirci Caterina Armentano con il suo romanzo e muovendo i suoi personaggi in questa storia ci dà la possibilità di riconoscere dentro di noi sentimenti, emozioni e desideri che magari non avevamo avuto modo di conoscere prima.
La terra che fa da scenario alla storia di Libero arbitrio è una Calabria raccontata da chi la conosce bene, in tutte le sue sfaccettature e in tutte le sue contraddizioni. Un luogo dove la religione si mischia, a volte, con la superstizione e dove c’è voglia di uscire dalla pesantezza a cui i pregiudizi relegano tutti coloro che decidono di fare scelte che sconvolgono i più, allo stesso tempo però vige il timore di trovarsi fuori dal ruolo che una società, molte volte bigotta, ha cucito addosso.
Difficile non ritrovare un frammento del proprio io all’interno delle pagine di questo romanzo che con potenza scuote l’animo del lettore e lo commuove con storie che sanno raccontare quanto di umano e fragile c’è in ognuno di noi. La ricchezza che ci troviamo di fronte mentre leggiamo le pagine di Libero arbitrio è qualcosa che attinge direttamente dalla fonte della vita, quella vera, quella che può accadere a chiunque.
Forse non si riuscirà ad amare tutti i personaggi che incontreremo lungo questo cammino, alcuni ci resteranno indifferenti, altri li odieremo, ma nessuno di loro ci lascerà senza qualcosa da portare dietro, perché anche nei loro atteggiamenti più meschini sapranno insegnarci qualcosa da fare o da non fare.
Può un sogno distruggere una vita? Bisogna sempre scegliere prestando attenzione al libero arbitrio? E lasciare che il destino scelga il suo corso, non è a sua volta una scelta? Questi sono gli interrogativi che il romanzo scaraventa addosso con forza e spinge il lettore a trovare una risposta che, sebbene non potrà essere vera per tutti, almeno valga per colui che la sceglie.
Un romanzo carico di emozioni potenti che penetreranno nella carne del lettore per farlo vibrare dal di dentro. Una storia che coinvolge per la sua spietata normalità e in un crescendo di sensazioni condurrà ognuno dei personaggi ad andare incontro al proprio destino. Sì, perché in un romanzo che parla di libero arbitrio si parla anche di destino. Che poi si voglia piegare quest’ultimo ai nostri voleri o lo si lasci fare il suo corso, questa è una scelta che spetta solo a noi.
Una storia che parla in modo limpido con una scrittura altrettanto cristallina, che scorre sulla pagina velocemente e permette a chi leggere di giungere alla conclusione senza mai avvertire un non so ché di pesantezza nel raccontare situazioni anche molto forti. Una bravura nel tratteggiare i personaggi che denota da parte della scrittrice sicurezza e capacità narrativa. Caterina Armentano ci regala un romanzo davvero intenso che parla di donne e che parla alle donne. E non solo.
VOTO DEL BLOG:
Best Book Ever. Libro da leggere ad ogni costo.
Il booktrailer:
La mia intervista a Caterina Armentano
Ciao Caterina e benvenuta nel mio blog. Molto probabilmente i lettori de “L’albero delle gocciole” già ti conoscono, ma se ci fosse qualcuno non avesse avuto il piacere di fare la tua conoscenza, ti va di raccontarci qualcosa di te?
Ciao Giulia. Sono onorata di essere ospite nel tuo blog. Una nuova tappa è sempre un’avventura. Visto che in molti ormai conoscono la mia biografia dirò che sono una testarda, ostinata che non si arrende mai. Sono molto critica con me stessa ma ho anche il brutto difetto di pretendere tanto dagli altri. Amo i libri in maniera spasmodica, sono una cinofila, divoratrice di dolci. Ho sempre avuto la convinzione che dietro a un buon libro ci sia un’accurata ricerca e un’attenta osservazione.
Se dovessi concentrare il fulcro della storia di Libero arbitrio, che parole useresti? Come riassumeresti la sua trama?
Riassumere “Libero arbitrio” non è che sia molto facile perché il più delle volte spicca tra tutte la storia di Ester e Rebecca ma la verità è che il mio romanzo racconta le storie di ogni personaggio a cui ho dato vita. Anche i comprimari emergono con il loro lato psicologico, con i loro desideri, pregiudizi, sconfitte e speranze. “Libero arbitrio” è un labirinto o meglio un corridoio pieno di stanze e si svela proprio in base alla porta che verrà aperta. Un riassunto breve di “Libero arbitrio” è un’unica grande domanda: filosofica, religiosa, psicologica ma soprattutto umana : “Ma alla fine siamo davvero noi a scegliere”?.
Ogni scrittore ha i suoi ispiratori, quali sono i tuoi? Hai dei libri che ti hanno accompagnato durante la stesura di Libero arbitrio? O, magari, delle canzoni?
Devo dire che ho scoperto prima di tutto la scrittura e la lettura e solo successivamente “gli ispiratori”. Potrà sembrare banale come “osservazione” ma all’inizio del mio percorso di lettura assorbivo di tutto senza far caso a chi scrivesse. Solo successivamente ho iniziato a fare una vera e propria selezione e attraverso ciò sono saltati fuori “i preferiti”. Dickens, Tolstoj, la Allende, Funke, Calvino, Tolkien, Maggiani. Da ognuno di loro ho imparato a trattare un tema, un genere, una particolarità. Ad esempio Tolstoj con “Anna Karenina” mi ha insegnato a destreggiarmi tra tanti personaggi, Dickens a mescolare finzione e realtà senza cadere nel ridicolo, la Allende a toccare corde umane che fanno vibrare la pelle. Durante la stesura di “Libero arbitrio” ( durata poco più di tre mesi) non ho letto altri libri e non ho ascoltato nessuna musica, una volta in mente la storia do retta solo ai personaggi, mentre nel dopo, nella fase più difficile, cioè la rielaborazione ho letto molto sia di Dickens che della Allende ma il periodo è stato così lungo ( dieci anni) che nominarli tutti sarebbe impossibile.
Scrivere un libro è il sogno di molti, ma spesso i sogni vengono lasciati nel cassetto. Qual è, invece, la tua storia? Come sei arrivata a pubblicare il tuo primo romanzo? Come sei riuscita a farti largo nel mondo degli scrittori?
Bella domanda! Io ho sempre inventato storie. Dapprima fiabe, successivamente poesie, racconti lunghi e come ultimo il romanzo. È stato un percorso lungo ma spontaneo senza forzature. Ho sempre sognato di pubblicare i miei scritti ma ho creduto che la timidezza avrebbe avuto la meglio, anche una certa reticenza a svelarmi visto che quando si pubblica un proprio lavoro fosse anche una storia di alieni e altri universi il pensiero dell’autore spicca sempre fuori. Nel 2006 però in me è successo qualcosa, non saprei come spiegarlo. Facevo un lavoro che non mi appagava (no dal lato economico) e avrei voluto tanto riprendere gli studi e dare una svolta alla mia vita. Ho pensato di iniziare con il pubblicare i miei scritti. Ho abbandonato il lavoro, ho ripreso a studiare e a scrivere con più serietà. È stata una scelta difficile soprattutto perché nel momento in cui ho pubblicato la prima opera ( Il sentiero delle parole edito Torchio Editore) molti non mi hanno presa sul serio pensando fosse un capriccio. Una volta dimostrato che la scrittura ha sempre fatto parte di me a prescindere dal percorso lavorativo che avevo intrapreso precedentemente, i passi successivi sono stati leggermente più facili. Una volta terminata la revisione di “Libero arbitrio” ho iniziato la ricerca di una casa editrice che avesse una collana adatta al genere da me scritto e ho inviato il materiale. La risposta non è tardata ad arrivare con mia piena soddisfazione. Adesso tutti sanno che la scrittura non è un capriccio o un semplice hobby.
Nell’introduzione a Il sentiero dei nidi di ragno Calvino afferma: «Forse, in fondo, il primo libro è il solo che conta, forse bisognerebbe scrivere quello e basta […] Forse la poesia è possibile solo in un momento della vita che per i più coincide con l’estrema giovinezza. Passato quel momento, che tu ti sia espresso o no, […] di lì in poi i giochi sono fatti, non tornerei che a fare il verso agli altri o a te stesso, non riuscirai più a dire una parola vera, insostituibile». Il suo è un giudizio molto duro, tu cosa ne pensi al riguardo?
Bella coincidenza, lo scorso anno ho fatto un esame inerente a quest’opera di Calvino ed è bello che ora ritrovi uno stralcio della stessa in una tua domanda. Io sono convinta che il tempo aiuti a migliorare e a migliorarsi anche come scrittore. Si imparano dei trucchi ma soprattutto si affinano delle abilità, la vita dovrebbe dare la scintilla, quel tocco magico che impregna le pagine di vitalità. Le esperienze, la maturità dovrebbe riempire i vuoti, dare un senso ai margini persino al silenzio ma se ciò non dovesse avvenire allora Calvino ha ragione. Io sono convinta che l’impeto giovanile dia una carica e una passionalità al talento da far rabbrividire ma la maturità costruisce, edifica. Io spero di non fare il verso né di me stessa e né di qualcun altro il mio obiettivo è esprimermi al meglio nel libro che ancora non ho scritto …
Traendo spunto dalla domanda sopra, i tuoi prossimi lavori si discosteranno dal sentiero che hai intrapreso scrivendo Libero arbitrio? Senti la necessità di scrivere qualcosa di completamente differente?
Attualmente sto lavorando a due romanzi, uno fantasy l’altro di narrativa. Quello fantasy è un genere all’opposto di “Libero arbitrio” quindi il mio mettermi alla prova questa volta è una montagna chiamata Everest. Quello di narrativa invece non si discosta molto da “Libero arbitrio” racconto quattro generazioni di donne attraverso un oggetto particolare, racconto il Sud nelle sue diverse sfaccettature e soprattutto tratto diverse problematiche sociali con la speranza di riuscire a toccare i tasti giusti. A parte tutto sono convinta che la scrittura non abbia genere o etichette, quelle servono a chi vende, quando si ha la necessita di raccontare una storia non si bada a quale strada si intraprende!
Il tuo libro parla di donne, uguali e differenti tra loro, con i loro pregi e i loro difetti. Quale dei personaggi ti senti più vicino?
Ho alcune affinità con Rebecca ma sono lievi, altre con zia Nina e altre ancora con Ester. In ognuna di loro di c’è un po’ di me e nulla di quella che sono in realtà. Zia Nina è quella che preferisco tra tutte: desiderio di riscatto sociale, forza, determinazione, amore incondizionato, pregi quasi del tutto estinti.
Che rapporto hai con i libri? Sei una compratrice ossessiva-compulsiva o hai dei generi o autori a cui presti un’attenzione particolare? Senti il bisogno di possedere un libro o li prendi anche in prestito, magari in biblioteca?
Sono un’amante di libri eccellenti. Di storie che lasciano il segno. Sono ossessiva-compulsiva nel comperare romanzi ma altrettanto nello scegliere i titoli, ho bandito del tutto i così detti libri commerciali. Quelle catene di Sant’Antonio che ti tengono legate a una saga per decenni ( tutto ciò escluso Harry Potter che rileggo ogni anno nel periodo natalizio!). Io sono gelosa dei miei libri, li presto solo a pochissime persone e anche con il cuore sanguinante. Siccome adoro sottolineare le frasi che preferisco, cerchiare i nuovi vocaboli e mettere i punti interrogativi quando la storia mi sembra traballi preferisco che i libri siano miei anche se anobii mi ha spinta nella grande marea dei libri presi in prestito. Adoro anobii per le tracce lasciate dai lettori, è l’unica cosa che mi ha spinta e convinta a cambiare idea sulla possibilità di prendere in prestito libri altrui.
Molti pensano che l’editoria italiana dia poco spazio agli scrittori italiani, prediligendo il mercato estero e magari nomi più conosciuti di quello del povero esordiente. Tu cosa ne pensi al riguardo? Hai dei suggerimenti su come migliorare la situazione o consigli per gli aspiranti scrittori?
Lo spazio per gli esordienti c’è visto che molte case editrici piccole e medio – piccole pubblicano esclusivamente opere di costoro, il problema è un altro: piazzare la propria opera sul mercato! Questa responsabilità è anche delle librerie: spesso non accettano libri non firmati da nomi altisonanti e anche dei lettori che preferiscono andare sul “sicuro” investendo i propri soldi su una casa editrice conosciuta invece di una anonima. Molti esordienti italiani utilizzano pseudonimi stranieri per avere più chance nella vendita del proprio prodotto. Questo succede soprattutto nel genere fantasy. Tale situazione è molto triste perché fa capire come anche i lettori italiani svalutino l’operato dei propri connazionali. Dovrebbe esserci più solidarietà perché se emerge un italiano sarà l’Italia a venire fuori con orgoglio. In più è necessaria una rete di servizi tra case editrici e librerie. La pubblicità fa da maestra in tutto ciò, fortunatamente internet da la possibilità a un esordiente di farsi strada anche se non ha le famose “Chiavi della santità” ma solo voglia di farcela e tanta determinazione. Io sono convinta che l’impegno alla fine paga, bisogna lavorare duro e ritagliarsi uno spazio proprio. Io cerco di andare avanti facendo emergere il mio nome attraverso concorsi seri e attraverso idee innovative e originali, altro non ho per adesso.
E ora arriva una domanda un po’ particolare. In realtà non è una domanda, ma dopo averti travolto con tutte quelle precedenti, in quest’ultima do completo spazio al tuo “libero arbitrio” dandoti la possibilità di dire quello che più ti va ai lettori del blog, ringraziandoti immensamente della tua disponibilità e simpatia.
Ringrazio te per la splendida intervista e per aver letto il mio romanzo. Ti è toccata una data della tappa un po’ scomoda visto che con l’arrivo dell’estate si dovrebbe pensare solo a leggerli i libri e no a recensirli e a intervistare l’autore ma tu (e a chi verrà dopo di te), sei stata così gentile da non rifiutare. Io volevo invitare i tuoi lettori a leggere il mio romanzo, a investire su una storia che potrebbe apparire anni luce lontana dalla loro realtà ma che potrebbe comunque lasciare qualcosa. Comperare una copia dopotutto non costa molto e casomai non dovesse piacergli gliene renderà merito Dio, come suol dire mia nonna (hihihi!!!) e se non sono credenti potrebbero sempre consolarsi con una buona cioccolata o un chilo di torta! A loro la scelta! Lascio il link del mio blog, si accettano lamentele, non si sa mai J http://caterinaarmentano.splinder.com/
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Un estratto dal libro
Eravamo due estranee, ci guardavamo da lontano, distintamente, dall’alto verso il basso con l’arroganza di avere ragione. Tra di noi si spezzò qualcosa. Un crick che mi fece scricchiolare le ossa e la mente.
La lasciai lì mentre mi guardava salire le scale in tutta fretta. Entrai in casa e le ombre, le paure erano scomparse, un viscido e opprimente senso di sconforto mi invase e mi lasciò tremante e dolorante.
Andai in un cucina e aprii il frigorifero. La luce mi illuminò per un istante e poi tutto ritornò al buio. Presi a bere a canna e l’acqua fresca mi rigenerò.
Mi chiesi se era possibile vivere la propria vita in relazione a un sogno. Se si potesse davvero superare il limite e credere di farla franca.
Mi tornò in mente il periodo in cui, poco dopo il secondo aborto, mi svegliavo nel mio letto in casa faticando a rendermi conto se quello che era accaduto fosse stato reale. Aprivo gli occhi, mi toccavo il ventre e sapevo che lui non c’era più. Piangevo e la spossatezza mi riportava ogni volta nel mondo dei sogni dove per breve tempo il dolore e lo sconforto non esistevano più.
Quella notte non ero solo disperata, il mio futuro era avvolto da un velo nero e non trovavo via di fuga. Mi chiedevo se un giorno anch’io avrei avuto dei figli. Mi addormentai e mentre la mia mente veniva avvolta dall’oblio, sentii delle voci di bambini chiamarmi.
«Mamma, mamma» e io aprii gli occhi.
Una bambina dai lunghi capelli neri si aggrappò alle coperte, seguita da un bimbo più piccolo che appariva più terrorizzato della sorella.
«Lasciaci dormire con te... c’è un mostro nella stanzetta.»
Aprii gli occhi per davvero e i miei bambini si dissolsero, come il buio ferito dal riverbero. Ma il peso che avo sul cuore si ammorbidì e sembrò più facile conviverci.
Non lo dissi mai a nessuno perché chiunque avrebbe potuto dire che era stata la mia mente a crearsi un’ancora di salvezza per non finire nei fondali della follia.
Allora mi dissi che Dio, ascoltando il mio lamento, percependo il cammino doloroso del mio cuore, per un attimo, un attimo soltanto mi aveva voluto mostrare un pezzettino del futuro, un futuro in cui io sarei stata chiamata mamma e in una notte con ombre un po’ più lunghe i miei bambini sarebbero corso da me per essere protetti.
L'autrice:
Caterina Armentano, nata e residente in Calabria, è venuta in contatto con la scrittura in tenera età, dopo aver scoperto l’amore per la lettura. Folgorata dai diversi universi celati nelle pagine dei libri decise lei stessa di creare fiabe e racconti. In età adulta si dedica con più serietà alla sua passione pubblicando nel giugno 2006 una raccolta di poesie “Il sentiero delle parole” edito Torchio Editore, nel febbraio 2008 una raccolta di racconti “Sotto l’albero di mimosa” edito Aletti Editore e nel novembre 2010 “Libero arbitrio” edito 0111 Edizione, oltre a numerose poesie, racconti e fiabe inserite in raccolte antologiche. Ha partecipato a diversi concorsi con buoni risultati. Collabora con il sito www.good-morning.it. Dei suoi articoli di psicologia, spettacolo e cronaca, sono stati pubblicati sul web.
Cura il blog personale “Libero arbitrio” suhttp://caterinaarmentano.splinder.com/
e il B-file http://www.wix.com/lastefy/bf_libero-arbitrio/commenti
Cura il blog personale “Libero arbitrio” suhttp://caterinaarmentano.splinder.com/
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La prossima tappa del Blog Tour di Libero arbitrio sarà ospitata dal blog Atelier dei libri di Glinda il 31 luglio. Non mancate!
Splendida recensione, davvero intensa :)
RispondiEliminaSono contenta che ti piaccia, credo rispecchi quanto il tuo romanzo mi sia entrato dentro.
RispondiElimina^_^