lunedì 13 dicembre 2010

My Book Advent Calendar

My Book Advent Calendar
 

Cari lettori oggi è arrivato dicembre e bisogna aprire la prima finestrella del calendario d'avvento! Allora che ne dite di farlo insieme? 
Ogni giorno, da qui fino al 25 dicembre, "apriremo" una finestrella del nostro calendario per scoprire quale libro si cela sotto di essa. Potranno essere libri vecchi o nuovi, libri letti o non letti, libri che vorremmo trovare sotto il nostro albero di Natale o che vorremmo regalare, insomma tutti i libri che in un modo o nell'altro ci stanno a cuore.  

Devo scusarmi per la mia assenza ma questo fine settimana è stato alquanto movimentato e non sono riuscita a postare niente. Per perdonarmi, in questo post, "aprirò" più caselle del nostro calendario d'avvento e scusatemi ancora per l'inconveniente! 

10 dicembre  
Un libro davvero interessante e che a mio parere dovrebbe stare in ogni casa, specialmente se amate l'America, è L'antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Non è un semplice libro di poesie, ma ogni lirica racconta una vita e ci permette di scoprire anche i più reconditi segreti dei suoi abitanti. Poi, un bel regalo sarebbe se insieme a questo splendido libro regalaste anche il disco di De Andrè Non al denaro, non all'amore né al cielo che il cantautore genovese ha composto proprio traendo ispirazione dalle poesie di Masters. 

Nell'Antologia di Spoon River E. L. Masters richiama alla vita, con grande limpidità espressiva, i personaggi di una città di fantasmi che sembrano giacere ormai quieti dietro le lapidi di un erboso cimitero del Midwest. Ognuno racconta la sua storia e dà voce agli intrighi, alle ipocrisie e ai tormenti di un'esistenza repressa nelle abitudini e nel conformismo. Ne risulta un indimenticabile atto d'accusa contro lo stile di vita dell'America provinciale e puritana che ha il timbro crudo di una voce tagliente, che si consegna al tempo.

11 dicembre   
Non so se conoscete Antonio Tabucchi. Io l'ho incontrato grazie ad un corso all'università. Non è stato amore dalla prima pagina, forse perché la mia mente non si era ancora aperta al suo mondo. Ma nell'istante stesso in cui ho deciso di lasciarmi trasportare dalle sue parole, non ho saputo più farne a meno. Ed è per questo motivo che voglio presentarvi il suo ultimo libro. Un libro sui viaggi e su noi stessi perché «un luogo non è mai solo ‘quel’ luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati.» 

Dice Antonio Tabucchi: "Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull'amore". Eppure, in "Viaggi e altri viaggi" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente grande per non essere quel "villaggio globale" che vorrebbero i sociologi e i mass media. Vi entrano "alla rinfusa" la Lisbona di Pessoa, il Brasile distante dalle mete obbligate di Congonhas do Campo, la Madrid dell'Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l'Australia di Hanging Rock, la Séte di Paul Valéry, e poi Creta, la Cappadocia, Il Cairo, Bombay, Goa, Kyoto, Washington. Tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. Una mappa che si apre volentieri ad "altre" forme di viaggio la rassegna delle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le montagne di Eça de Queirós, l'Egitto di Ungaretti, l'evocazione dell'Amazzonia attraverso un grande libro come Il ventre dell'universo. Nell'uno e nell'altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - Tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. Ogni volta l'appuntamento è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri.

12 dicembre 
Per questa casella del calendario vorrei presentarvi un libro di cui mi era stato parlato parecchio tempo fa e non mi ricordo più da chi...La mia mente comincia a fare cilecca, ma non importa perché adesso colgo la palla al balzo per parlarvi di uno dei più grandi successi di Haruki Murakami, Norwegian wood. Tokyo blues. Probabilmente per amare la letteratura che viene dal Sol levante, bisogna amare almeno un po' questo paese così diverso dal nostro. Ma se per caso ne siete già affascinati, beh cosa state aspettando?!?!急ぐ良い読書 

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

13 dicembre 
Spesso quando si sente parlare di fiabe, si pensa che queste siano fatte apposta per i bambini. Così facendo, però, ci dimentichiamo che la morale che esse contengono è valida per tutti, specialmente gli adulti. Chi l'ha detto poi che sono racconti dolci dove il bene trionfa sempre? Forse sarebbe un bene riprendere tra le mani queste antiche fiabe e scoprire cosa c'è sotto la patina edulcorata alla Disney style. E cosa c'è di meglio di ricevere per Natale una raccolta delle fiabe dei fratelli Grimm o di Charles Perrault, per rispolverare queste storie che affondano le loro radici nelle oscure origini della nostra cultura? 

Pubblicate per la prima volta tra il 1812 e il 1822, le fiabe dei fratelli Grimm sono tra le opere più tradotte, ristampate e diffuse della letteratura mondiale. La loro atemporalità, il loro situarsi in una dimensione trasfigurata dove i pericoli più spaventosi vengono superati, il male punito, la virtù ricompensata, sono probabilmente i motivi di tanto successo, che risiedono nello stesso archetipo dell'infanzia. Tuttavia il messaggio di queste fiabe non è rivolto solo ai bambini: la rivisitazione del mito si presenta infatti oggi come un eccezionale stratagemma per esorcizzare gli incubi sepolti nell'inconscio personale e collettivo, per placare le inquietudini, per imparare a leggere il reale con un po' di ironia. 

Le fiabe di PerraultCharles Perrault è il capostipite francese della fiaba moderna. A lui si devono alcuni capolavori che sono poi diventati patrimonio universale: Cappuccetto rosso, La bella addormentata nel bosco, Il gatto con gli stivali, Cenerentola, Pollicino solo per citarne alcune. Sono favole con personaggi che, con pochi tratti, rimangono scolpiti nella memoria dei più piccoli anche grazie alle numerose trasposizioni teatrali, cinematografiche e televisive. Le trame sono lineari dal ritmo serrato sicché in poche pagine l'autore è in grado di costruire degli universi compiuti. 

2 commenti:

  1. Ottima scelta Perrault! Devo fare un applauso al 13 dic. =P
    Anche L'antoligia di Spoon River.
    Quanti ricordi^^
    Se ho imparato l'inglese lo devo principalmente proprio a Lee Masters!

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  2. Antologia di Spoon River....quanti ricordi davvero!!

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