Le Café des
écrivains
Finalmente dopo un mese riesco a postare una nuova puntata di Le Café des écrivains, la rubrica del venerdì sui grandi classici della letteratura di tutti i tempi.
Per la puntata di oggi ho pensato ad un libro che ormai ho letto parecchio tempo fa, ma che credo valga la pena riprenderlo in mano. Stiamo parlando di un classico novecentesco della letteratura tedesca, Narciso e Boccadoro di Herman Hesse.
L'incontro con questo libro è avvenuto quando andavo al liceo, uno dei tanti libri che i prof fanno leggere, ma devo dire che l'ho fatto con piacere. Di Hesse avevo già letto Siddharta, come molti di voi credo, quindi è stato piacevole addentrarmi nel medioevo (epoca che amo molto) visto attraverso gli occhi di questo grande scrittore.
Ecco la trama in breve:
Nel Medioevo leggendario del cattolicesimo monastico si snoda la storia dell'amicizia fra il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al riparo dalle insidie del mondo e della storia, e Boccadoro, l'artista geniale e vagabondo, tentato dall'infinita ricchezza della vita e segretamente innamorato anche della sua caducità. Ripercorrendo una delle epoche storiche che più gli sono congeniali, Hermann Hesse riflette sul tema, centrale nella sua poetica, del contrasto fra natura e spirito, fra eros e logos, fra arte e ascesi, alla ricerca di una loro possibile integrazione. "Narciso e Boccadoro" pone così al lettore - in un'accattivante, limpida fusione di favola simbolica e romanzo picaresco - i grandi, inquietanti interrogativi sulla condizione dell'uomo contemporaneo.
Narziß und Goldmund, questo il titolo in tedesco, è sicuramente uno dei libri di Herman Hesse dove meglio viene esposta la sua filosofia, il contrasto tra natura e spirito nella ricerca continua della verità. I due personaggi del libro e che ne formano il titolo stesso sono le incarnazioni di questi due concetti. Narciso, lo spirito, è un brillante e promettente novizio. Il suo talento è così straordinario che tutti all'interno del monastero lo temono, anche i suoi superiori. Egli crede che la filosofia del controllare lo spirito possa tutto e instilla in lui una sicurezza tale da ritenersi possessore della verità. Narciso sa leggere nelle anime degli altri ed è quello che fa anche con Boccadoro. Quest'ultimo è uno scolaro del monastero dove vive anche Narciso e si distingue fin da subito per le sue spiccate qualità artistiche. Boccadoro è l'emotività, la capacità di sentire le cose e questa sua caratteristica verrà messa ancor di più in luce nel momento in cui egli sceglierà di vivere la sua vita vagabondando. Il suo diventa quindi un percorso attraverso i vari aspetti della vita stessa, le sue gioie e i suoi dolori, le sue luci e le sue ombre. Narciso rimarrà impressionato dalla ricerca dell'amico, arrivando così alla consapevolezza che non esiste la sola via dello spirito, ma al contrario la verità si può raggiungere anche attraverso i sensi. Alla rigida e solida persona di Narciso, Hesse affianca il dubbio e l'incertezza rappresentati dalla persona di Boccadoro.
Il finale del libro ci conduce, quindi, alla conclusione e sintesi del pensiero dello scrittore: l'erroneità di cercare il vero attraverso un solo strumento, quello dei sensi o quello dello spirito. Questo tipo di ricerca non potrà che essere insufficiente sia agli occhi del monaco che a quelli dell'artista; solo unendo le loro rispettive forze giungeranno alla meta.
Credo che con questo romanzo Hesse sia riuscito appieno nel mostrare quale fosse il suo pensiero e la sua filosofia; con la semplicità di un racconto è riuscito a spiegare un concetto che, seppur non ostico, difficilmente viene compreso fino un fondo da tutti. Un buon libro che sa unire il piacere della lettura con quello della filosofia.
Qui sotto vi riporto alcuni passi:
La semplicità fanciullesca della vita girovaga, la sua origine materna, il suo staccarsi dalla legge e dallo spirito, il suo abbandonarsi al destino, la vicinanza segreta e costante della morte, avevano preso da un pezzo l'anima di Boccadoro, imprimendole il loro marchio profondo. Ma in lui albergavano anche lo spirito e la volontà, egli era un artista, e ciò rendeva la sua vita più ricca e più difficile. Solo la scissione e il contrasto rendono ricca e fiorente una vita. Che sarebbero la ragione e la temperanza senza la conoscenza dell'ebbrezza, che sarebbe il piacere dei sensi, se dietro di esso non stesse la morte, e che sarebbe l'amore senza l'eterna mortale ostilità dei sessi?
Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire.
Se allora invece di lanciarti nel mondo tu fossi diventato un pensatore, avresti potuto provocare qualche guaio. Saresti cioè diventato un mistico. I mistici sono, per dirla in breve e un po' grossolanamente, quei pensatori che non sanno staccarsi dalle rappresentazioni, quindi non sono per nulla pensatori. Sono artisti segreti: poeti senza versi, pittori senza pennello, musicisti senza note. Ci sono fra loro spiriti nobili e altamente dotati, ma sono tutti, senza eccezione, degli uomini infelici.
Tu sei un artista, io un pensatore. Tu dormi sul petto della madre, io veglio nel deserto.
Ciao :)
RispondiEliminaHo premiato il tuo blog http://nocturnadreams.blogspot.com/2011/01/premio-sunshine-award.html
Ti ho assegnato il Sunshine Award! ^^
RispondiEliminahttp://anotherblog01.blogspot.com/2011/01/sunshine-award.html
Grazie mille care!!! Sono proprio felice...preparerò il post...naturalmente siete nella lista!
RispondiEliminaAnche io ti ho premiato: http://book-away.blogspot.com/2011/01/sunshine-award-2010.html
RispondiElimina:)