mercoledì 27 aprile 2011

Speciale Il linguaggio segreto dei fiori - Ogni fiore ha la sua storia

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Ecco per voi una pianta che amo molto, la verbena, che porta un significato intenso: PREGA PER ME.


REQUIEM

Il freddo della terra penetra nelle mie ossa stanche, intorno solo un’umidità nera. Quanti anni sono passati da quando sono stato sepolto qui sotto? Ormai fatico a ricordare. Il corpo che un tempo era stato agile e scattante ora è solo brandelli di pelle e nervi non ancora decomposti. Chi mi vedesse adesso stenterebbe a credere che ero un bell’uomo. Sento che la mascella si sta staccando sempre di più dalla mandibola e quella che un tempo era la bocca sembra aperta in una risata sguaiata. Tutti prima o poi faranno questa fine, ma anche se so che è una legge universale, stento a rendermene conto fino in fondo. Accanto a me ci sono altre decine di uomini e donne che stanno nella stessa mia condizione, in fondo non sono da solo, eppure ognuno giace in solitudine nella sua fossa scavata nella torba compatta.
Rimpianti non credo di averne; se non altro ho vissuto la vita al massimo delle mie aspettative e ora che il corpo è riassorbito dalle profondità della terra credo di riuscire a darmi pace per averti lasciata aldilà dei due metri del pastoso terriccio che mi schiaccia il torace, o quello che ne resta.
Ti sento quando arrivi con i tuoi piccoli piedini e ti fermi giusto dove c’è il vaso dove mettere i fiori; spesso penso a quanto ridicola e buffa sia questa cosa, per ricordarmi porti dei fiori e sai che ero allergico ai pollini. Ma oramai il mio naso non prude più, anche perché qui non c’è un naso ma semplicemente una specie di moncone che mi fa assomigliare in maniera direi inquietante a una zucca di Halloween.
Silenzio. Un rumore di tacchetti dispettosi si sta avvicinando, forse sei tu. Ma il cadenzato passo si spegne lungo il viale e la terra rimane quieta. Non verrai oggi?
La ghiaia è smossa da due paia di scarpe che avanzano lente fino alla mia lapide di marmo scuro. Ora sei tu, ne sono sicuro, ma non conosco l’altra persona che ti sta accanto. Questa cosa di non riuscire più a vederti mi infastidisce.
Sento che stai parlando al misterioso accompagnatore e la gelosia attraversa la mia carne inesistente. Parli sussurrando e non riesco a captare le parole che escono fuori dalla bocca ben disegnata. L’uomo resta in silenzio, riesco a percepire la pesantezza del suo corpo appoggiato stabilmente sulla zolla di prato che circonda la mia lapide. Percepisco la fastidiosa sensazione di essere io quello di troppo in questo terzetto mal assortito. Io, il morto.
Gli altri ti diranno sicuramente che devi rifarti la tua vita, che non puoi sprecare il tempo a piangere un cadavere che marcisce nel suolo, che il mio spirito di starà vicino e che quindi mi avrei sempre con te. Vorrei tanto che questi “altri” stessero zitti.
Ora stai parlando un po’ più forte, riesco a cogliere qualche parola tra il fiume che esce a cascata dalle labbra. Sembra una preghiera; sì, è una preghiera ed è solo per me. Rido pensando a com’ero in passato. Non avevo mai capito la tua devozione, il tuo rispetto per un qualcosa di superiore e adesso che sono coperto da strati terra, radici e vermi mi ritrovo ad attendere le tue preghiere, a desiderarle.
L’uomo sta diventando impaziente, pesta i piedi in modo impercettibile per coloro che stanno in superficie, ma per me che sto qua sotto è impossibile non sentire le vibrazioni che si espandono come un sisma nel terreno. È impaziente di andarsene, si sente a disagio e ne sono felice. In questo momento lui è di troppo e se decidesse di aspettarla fuori mi farebbe un gran piacere. Sono morto, ma ci tengo ancora alle mie cose.
Tu continui a parlare imperterrita, sei uguale agli scolari che ti recitano le poesie in classe e che li accusi di farlo senza sentimento. Sei uguale a loro, nelle tue preghiere non c’è più nessun tipo di sentimento. Forse così credi di espletare il tuo compito di moglie devota che non dimentica il marito putrefatto sotto terra.
Mi faccio tristezza da solo; aspetto con ansia e trepidazione le tue preghiere che in realtà si dimostrano gusci vuoti come i bozzoli dischiusi delle farfalle. Sono proprio caduto in basso e se potessi mi sganascerei dalle risate per questa battuta infelice, perché in basso ci sono caduto davvero.
Anche oggi hai cambiato i fiori che stanno nel vaso di marmo a sinistra della lapide. Cosa avrai messo? Crisantemi bianchi e gialli? Sai che per gli asiatici sono simbolo di vita e bellezza, te lo avevo raccontato anni fa, ma la vera motivazione credo sia quella economica, costano poco.
Per te non valgo neanche un fiore costoso, ma hai ragione, perché non occorre spendere se poi bisogna vederli marcire.
Un rumore strano proviene dal tuo fragile corpicino, singhiozzi scanditi dalle parole della preghiera. Stai piangendo per me; era tanto tempo che non sentivo piangere per le mie povere ossa. Continui a recitare la tua litania senza senso, ma le lacrime ti stanno vincendo e non riesci più a parlare. La bocca ti si riempie di saliva e delle gocce di liquido salato che sono venute giù dagli occhi. Non mi aspettavo questa tua disperazione improvvisa e non riesco a capirne il motivo.
Ecco, finalmente ci sono arrivato. Oggi sono tre anni che sto qui tra la torba scura, il tempo passa lento quando non hai niente da fare e avevo perso il conto.
Sento tra i singulti il tuo Amen sbiascicato; ora te ne andrai.
Le tue lacrime la preghiera più bella.

4 commenti:

  1. Da quando esiste The Vampire Diaries io la associo a quello, ma il tuo articolo è molto interessante!! :)

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  2. Sì, ormai la verbena mi ricorda TDV, ma la storia l'ho slegata completamente dai vampiri...ce ne sono un po' troppi in circolazione ultimamente!

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  3. mi stavo preoccupando che questa fosse la prima storia cinica, senza nessuna parvenza di positività...
    ma sei riuscita a riscattarti nell'ultima frase, aggiungendo un pizzico di speranza, di amore.
    Sei un genio!
    (concordo nell'uso della verbena slegata dai vampiri, ma un racconto sui vampiri? sui licantropi? fate? streghe? immortali? angeli? demoni?... un essere a piacere, dai!)

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  4. E' inutile, anche se la vita reale spesso e volentieri è tanto cinica, nelle mie storie mi ritrovo sempre a concludere con un filo di speranza...Che sotto sotto sia un'anima buona!? ahahah

    Comunque riguardo alle varie creature citate, ho scelto un fiore che ha il significato di incantesimo e penso proprio che in quel racconto una di quelle creature verrà fuori =)

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