sabato 9 aprile 2011

Speciale Il linguaggio segreto dei fiori - Ogni fiore ha la sua storia

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Nuovo fiore, nuova storia. Siete pronti per scoprire il racconto di oggi?

Questa è la volta del centocchio dei campi, fiore piccolo e delicato, ma con un grande potere: il CAMBIAMENTO

KYLA, LA GUARDIANA 

Stava scendendo la notte sul bosco di Nemetorween e i prati attorno al ruscello si riempirono del profumo dei fiori della sera. Kyla si distese sull’erba umida, cercando di mettere ordine tra i pensieri che le vorticavano nella mente.

Gli anziani del consiglio si erano riuniti e la decisione presa era ormai immutabile.
Kyla osservò il riflesso degli alti abeti che si specchiavano nell’acqua verde muschio; il bosco si estendeva fino al confine con le terre di Duroton formando una densa macchia scura e impenetrabile.
Qualcosa dentro di lei stava cambiando, non sapeva precisamente quanto lungo sarebbe stato il processo di trasformazione, ma sentiva il suo corpo vibrare di una nuova energia.
Gli anziani avevano scelto Kyla come nuova Guardiana della Porta e avevano stabilito che il suo elemento dovesse essere la Terra, quella stessa terra che l’aveva vista nascere e a cui ora era legata da un vincolo indissolubile.
Con i palmi delle mani si appoggiò al terreno e nell’istante stesso in cui la sue dita toccarono il suolo un boato riempì l’aria circostante e la fece trasalire. Era come l’eco di una voce che saliva dalle viscere della terra nel disperato tentativo di raggiungere la superficie. Kyla sentì la potenza che prese a scorrerle dentro, dall’estremità fino al centro del corpo. Era la Terra che la stava chiamando.
La paura la punse dritta al cuore. Il compito che le era stato affidato era grande ed enormi erano le responsabilità che le sarebbero gravate addosso; già ne avvertiva il peso, come se delle mani invisibili cercassero di trascinarla in una fredda oscurità. Era troppo giovane.
In che modo sarebbe riuscita ad affrontare i pericoli che minacciavano la sua gente?
E se non fosse stata capace di proteggere la Porta dagli attacchi di Mórrígan, la dea dell’odio e della 
violenza?
Una lacrima carica di terrore rotolò giù dal suo volto fino a raggiungere il terreno. Kyla era sola; i suoi genitori erano morti quando lei aveva solo tre anni ed era stata cresciuta dalla vecchia sacerdotessa del villaggio.
Ora non aveva nessuno al suo fianco, né un’amica che potesse confortarla né il calore di un abbraccio, la sensazione di un corpo vicino al suo a infonderle quella forza che sapeva di non possedere.
Gli anziani erano stati molto chiari al riguardo: finché la trasformazione non fosse avvenuta, Kyla doveva restare da sola, lontana dagli sguardi curiosi delle gente. Nessuno poteva assistere alla nascita di una Guardiana, alla nascita di una fata.
Ormai il sole era completamente scomparso dietro le dolci colline di Brivalyth, lasciando spazio a un luminoso spicchio di luna che si appoggiava nel cielo. Sembrava il sorriso sghembo di un leprecano.
Kyla si alzò in piedi e si diresse verso il ruscello che gorgogliava tra i sassi. Aveva sete e le acque fresche che scorrevano nella sua terra avrebbero placato la sua arsura bruciante. Avvicinandosi al nastro liquido che scivolava in mezzo alla radura, scorse la sua immagine riflessa nel fluido mobile.
I suoi capelli fulvi si erano accesi di una luce ramata, quasi fossero lingue di fuoco, la pelle bianca era divenuta diafana alla luce della luna e le conferiva un aspetto etereo. Kyla portò le mani al volto come per assicurarsi che l’immagine riflessa fosse proprio la sua e il movimento speculare della ragazza nell’acqua gliene diede la prova.
Un alito di vento le mosse i capelli che si misero a danzare improvvisamente intorno al suo corpo. Si sentiva leggera, i suoi piedi sembravano volersi staccare dal suolo.
Le punte delle dita iniziarono a formicolare, come quando per troppo tempo si è mantenuta la stessa posizione, poi la sensazione cominciò a spostarsi su per le sue braccia, poi le spalle, fino a raggiungere la schiena. Lì il dolore si fece acuto e qualcosa le squarciò la pelle dall’interno. Un grido stridulo le uscì di bocca e vibrò nell’aria.
Nessuno le aveva detto che la trasformazione sarebbe stata così dolorosa. Si sentì tradita, abbandonata.
La fitta alla schiena divenne ancora più forte, la sofferenza era così grande che le ginocchia cedettero e Kyla cadde a terra. Urlò fuori tutta la sua paura, la sua sensazione di inadeguatezza, la sua pena. Urlò fino a non avere più voce. Poi, stremata, chiuse gli occhi e si accasciò.
La testa le bruciava, gli occhi si riempirono di lacrime. Non aveva mai voluto essere una Guardiana, era il fato che l’aveva scelta.
Udì un rumore come di carta stropicciata provenire dietro la sua testa. Si girò di scatto, spaventata all’idea che qualcuno l’avesse scoperta. Ma ciò che vide fu qualcosa di straordinario. Due ali color sabbia erano spuntate sulla sua schiena; sembravano fragili e sottili come cristallo, ma al tatto risultavano dure, solide. Capì in un istante che l’immenso dolore provato poco prima era servito per portare alla luce quella parte di sé che per sedici lunghi anni era rimasta nascosta, custodita all’interno del suo corpo.
Una sensazione di completezza la invase e si rese conto che fino a quel momento la sua vita era stata imperfetta, incompleta. Solo ora percepiva quale fosse la sua vera natura.
Guardò la sua immagine nel ruscello. Le magnifiche ali incorniciavano la sua figura; erano grandi e, sebbene in qualche punto sembravano ancora raggrinzite, ne sentiva tutta la forza. Sottili arabeschi ne disegnavano la superficie come fragili ricami e brillavano alla luce lunare quasi fossero fili dorati.
Sentiva la terra sotto ai suoi piedi, ne percepiva l’energia. Il legame che aveva con essa ora le appariva in tutta la sua potenza. Sentiva il segreto pulsare della vita che scorreva sotto il suolo, il ritmico battito del cuore terrestre. I sensi si erano acuiti, tutto sembrava più nitido e definito.
Era straordinario pensare con quale velocità tutto era accaduto adesso che la trasformazione si era compiuta.
Sorrise alla sé che vedeva riflessa. Era una Kyla più matura, consapevole di quelli che erano i suoi poteri, una Kyla degna di essere la Guardiana della Porta. 

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