venerdì 8 aprile 2011

Speciale Il linguaggio segreto dei fiori - Ogni fiore ha la sua storia

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Sin da quando ho scoperto che la Garzanti avrebbe pubblicato questo libro, mi sono frullate in testa varie idee. Anche da bambina, il linguaggio dei fiori mi ha sempre affascinato e passavo ore e ore a leggerne i significati e immaginare storie su di essi.
Il personaggio di Victoria quindi mi ha ammaliata (ve ne ho parlato QUI) e ho deciso di prendere la penna in mano e di dare sfogo alla mia voglia di raccontare ispirandomi al bel dizionario dei fiori che trovate sul sito del libro http://www.illinguaggiosegretodeifiori.com/ 
In cosa consiste quindi lo speciale? Semplicissimo! 
Aspettando l'uscita in libreria, precisamente il 5 maggio, dell'atteso romanzo di Vanessa Diffenbaugh, Il linguaggio dei fiori, ogni giorno pubblicherò delle storie, da me inventate e scritte, ispirate ai vari significati dei fiori.
I fiori parlano e le storie raccontano la qualità o il sentimento espresso da quei petali colorati. 

Ogni fiore ha la sua storia 

Avete voglia di scoprirle? Seguitemi... 

Oggi è la volta del melo e del cotogno, piante affascinati come intrigante è il loro significato: la TENTAZIONE

SE UNA MATTINA IN METROPOLITANA...

Le porte si chiusero. Lo scossone avvertì i passeggeri che la corsa della metropolitana era ripartita. Mary Agnes si aggiustò l’auricolare del MP3 che le era scivolato sulla spalla. All’ultima fermata erano salite molte persone e l’aria si era fatta densa, quasi irrespirabile. Nonostante il poco spazio, decise ugualmente di prendere dalla borsa il libro che stava leggendo ormai da qualche giorno e con il braccio cinse l’asta di metallo nel tentativo di mantenersi il più possibile in equilibrio. Era scomodo leggere in piedi, ma la storia impressa in quelle pagine  l’aveva catturata completamente e smettere era diventato impossibile.
Mancavano ancora parecchie fermate prima di arrivare alla stazione che si trovava vicino al suo studio di design; se leggeva velocemente forse sarebbe riuscita a finire il romanzo che aveva tra le mani.
Una curva e il vagone oscillò senza preavviso. Il dito che Mary Agnes teneva come segnalibro tra la pagina che stava leggendo e quella successiva scivolò lungo il bordo del foglio e un taglio sottile ma profondo incise la sua pelle.
Merda – pensò. – Questi sono i tagli più fastidiosi.
E con fare disinvolto portò il dito in bocca a succhiare via la goccia di sangue che stava già fuoriuscendo; non lo aveva fatto in modo sensuale, piuttosto il gesto assomigliava a quello di un bimbo con la fede incrollabile nella potenza guaritrice della sua stessa saliva.
Due occhi acuti seguirono i movimenti di Mary Agnes. Lei non si era accorta, ma nella folla dei passeggeri della mattina c’era qualcuno che la stava osservando. L’aveva notata fin da quando era salita sulla metro ed ora il suo sguardo si era fatto così penetrante che era impossibile non sentirne il tocco sulla pelle. Voltandosi di scatto, come se qualcuno le avesse dato un pizzico sul collo, Mary Agnes si trovò a fissare un uomo che era seduto solo due posti lontano da lei.
Avrà avuto meno di quarant’anni e sebbene indossasse giacca e cravatta, le sneakers ai piedi tradivano la voglia di andare contro le formalità. Nei capelli c’erano ormai parecchi fili argentati che gli conferivano un’aria di uomo vissuto, ma la cosa che più di tutte aveva catturato l’attenzione di Mary Agnes erano gli occhi, due intensi occhi verdi che la scrutavano senza il ben che minimo pudore.
Che faccia tosta – pensò. Ma la realtà era che si sentiva lusingata dall’attenzione mostrata dallo sconosciuto. Erano ormai due mesi che la storia con Jason era finita e ancora sentiva la ferita bruciarle dentro, sebbene non volesse ammetterlo nemmeno a se stessa.
Distolse lo sguardo e finse di immergersi di nuovo nella sua lettura. La curiosità la consumava, ma non voleva far credere che fosse disperatamente in cerca di attenzioni, così raddrizzò la schiena e tentò di pensare ad altro. Contò mentalmente il numero di fermate ancora da percorrere, ne mancavano cinque e poi sarebbe giunta a destinazione.
Con la coda dell’occhio cercò di vedere se il misterioso viaggiatore la stesse ancora osservando, ma con una punta di delusione si accorse che non c’era più. Che fosse sceso quando lei aveva cercato di fare l’indifferente, interrompendo il loro gioco di sguardi? Ormai il loro fugace incontro era sfumato e con lui la sensazione di sensualità che era rinata, seppur per un breve istante, nel suo corpo. Si era sentita una donna desiderabile e non la trentenne tradita dall’uomo con cui aveva deciso di costruire il futuro.
«Ha bisogno di un fazzoletto?». Una voce alle spalle la colse di sorpresa facendola trasalire.
«Mi scusi, non avevo intensione di spaventarla».
Mary Agnes sentì un brivido percorrerle la schiena, non aveva bisogno di girarsi per capire a chi appartenesse la voce. Era la voce di un uomo dagli occhi verdi.
«Scusi, a cosa mi servirebbe un fazzoletto?» disse con voce malferma.
«Beh, per il suo taglio» rispose lui accennando un sorriso.
Disorientata da quello strano incontro si era dimenticata della ormai debole fuoriuscita di sangue che proveniva dal suo dito.
«Grazie, ma non ce n’è bisogno» rispose e nell’imbarazzo della situazione leccò via il sangue portando di nuovo il dito alla bocca.
L’uomo la guardò con fare incuriosito, poi sciolse il suo volto in una leggera risata. 
«Io devo scendere alla prossima fermata» le disse quasi in un sussurro. «Ma mi farebbe piacere poterle offrire un caffè».
La proposta stupì Mary Agnes. Il gioco di sguardi si strava concretizzando in qualcosa che non riusciva bene a definire. Senza capire come, stava flirtando con uno sconosciuto visto sulla metropolitana. Tutto ciò andava contro il suo modo di fare: non sapeva chi era quell’uomo, non conosceva il suo nome e non poteva sapere cosa aspettarsi, tuttavia se ne sentiva irrimediabilmente attratta. Non aveva mai giocato d’azzardo in vita sua, ma questa volta la tentazione era troppo grande per poterle resistere.
Alzò gli occhi fino ad incontrare quelli dello sconosciuto che aveva di fronte. Era ancora in tempo a declinare l’invito, a lasciare che lui se ne andasse e scomparisse per sempre dalla sua vista. Eppure non poteva, c’era qualcosa in lei che glielo impediva.
Cercò di pensare a quale potesse essere la risposta migliore da dare, ma l’unica cosa in grado di dire fu un appena mormorato.
La metro rallentò la sua corsa fino a che le porte si aprirono lasciando le persone fluire dentro e fuori dallo scompartimento. In un attimo Mary Agnes si trovò sulla banchina accanto all’uomo dagli occhi verdi. Forse era impazzita, ma si sentiva viva come non le capitava da tempo.
Si fermò un istante per assaporare il gusto proibito della tentazione.    
La metro era già ripartita.

3 commenti:

  1. Che bello questo speciale! Lo seguirò sicuramente ^^.
    Scrivi molto e questo racconto rispecchia bene il tema della "tentazione". Non vedo l'ora di leggere gli altri.

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  2. Primo tentativo: perfetto! Non vedo l'ora di leggere il prossimo!

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  3. Grazie care!!! Siete troppo buone *.*

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