giovedì 18 novembre 2010

Giovedì in Giallo - VI -

Carissimi, è arrivato giovedì e ha portato con sé Giovedì in Giallo,  la mia rubrica dove cercherò di aggiornarvi su tutte le novità (ma anche rispolverando qualche titolo che magari ci era sfuggito) per quanto riguarda il mondo dei libri gialli, thriller, suspence, mystery, ect...  


Oggi vi propongo due libri che secondo me sono molto interessanti. 
Il primo è Una faccenda privata di Greg Iles, pubblicato presso Piemme. 
Dopo numerosi successi e un film 24 ore con Charilze Theron e Kevin Bacon tratto da un suo libro , arriva nelle librerie la sua ultima fatica e si prospetta davvero intrigante, ecco la trama: 


Al ritorno dal lavoro Laurel trova la macchina di Warren, suo marito, già parcheggiata nel vialetto. È arrivato prima del solito, in casa la accoglie un silenzio pesante, minaccioso. Di Warren nessuna traccia. In cucina solo un odore di cibo bruciato... Poi il grande soggiorno illuminato si apre di fronte a lei e Warren è lì, seduto, pallido, sconvolto, gli occhi scavati dalla paura, con indosso gli stessi vestiti del giorno prima. In mano una pistola e sul tavolino accanto a lui una lettera. Laurel conosce bene quella lettera, gliel'ha scritta Danny, il suo amante, firmandola semplicemente "Io". E Laurel capisce. Quello che Warren stava cercando quella stessa mattina tra i libri del soggiorno non erano i documenti comprovanti la frode fiscale della clinica dove lavora, in cui è coinvolto, ma le prove del suo tradimento. Ha così inizio il giorno più terribile del loro matrimonio. Mentre fra le mura di casa un vortice di tensione travolge marito e moglie, fuori la polizia cerca di organizzare un'irruzione per arrestare Warren, che nel frattempo si è reso colpevole anche dell'omicidio di un poliziotto e che, ormai impazzito, ha deciso di non liberare la moglie finché non avrà scoperto l'identità del suo amante. 

Sempre di questo autore sono: 

  • L'uomo che rubava la morte  
  • Ore di terrore 
  • La regola del buio 
  • Il sorriso dei demoni 
  • Un gioco inquieto 
  • Il pianto dell'angelo 
  • La memoria del fiume
  • Il progetto Trinity  
L'altro libro che vi propongo è uscito presso l'editore Cinquemarzo e si chiama Le verità di fango. Enigma rosso di un italianissimo Pietro Atzeni, scrittore de Il mistero delle 99 tavoletted'argilla rossa
Ecco come ne parla Rebecca Palagi nella sua prefazione al romanzo: 
 Appena terminata la lettura di quest'opera letteraria, viene spontaneo cercare di catalogarla in un genere. Thriller? Noir? Saggio? Si, tutti e tre insieme, perché questo romanzo ha tra le proprie caratteristiche vincenti, quella di essere l'unico nel suo genere, poiché ad oggi non ha termini di paragone con nessun altro genere letterario del panorama italiano. È un'analisi sistematica del nostro Paese, un'analisi racchiusa dentro parole di personaggi apparentemente senza volto, sconosciuti, figli illegittimi nati dall'unione di inchiostro e fantasia. Ma col passare delle pagine, questi personaggi diventano persone, spuntano dei volti, e in qualche caso anche dei nomi... E il sistema che li racchiude, e racchiude anche tutti noi in una spire pericolosa tra l'inganno e l'illusione, si fa sempre più chiaro, con lo scorrere delle pagine e dei paragrafi. Pietro Atzeni ha usato un linguaggio a metà tra il discorsivo comunemente conosciuto nel pour-parler e il trattato di economia aziendale, con le giuste riflessioni e le pause adatte per consentire alla mente di sviluppare diapositive, che poi diventeranno fotografie del nostro tempo, del nostro Stato. Ecco, ne “Le verità di fango”, si assiste proprio, in una camera oscura, alla creazione di un'immagine nitida anche se complessa, non senza un boccone di acido che può cogliere il lettore di fronte appunto ad una tale verità, ad una tale “impressione” che questo libro ha il potere di fermare nelle pellicole delle nostre anime. E quando si chiude l'ultima pagina, si ha la sensazione di non riuscire più a guardare il mondo con gli stessi occhi, come se appunto quella macchina fotografica e soprattutto, in questa metafora, l'occhio sapiente ed esperto del fotografo che porta il nome di Pietro Atzeni, avessero per sempre immortalato in noi la solida consapevolezza di vivere in un'argilla fangosa che, nel momento in cui cuocerà, ci vedrà per sempre fossili prigionieri di un sistema acquitrinoso.

Allora che ne pensate?? 

1 commento:

  1. eheh ma quanti bei titoli!!!
    Molto interessanti!!!l'ho detto io che era la mia rubrica preferita!! ;)
    complimenti cara!

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