giovedì 23 febbraio 2012

Giveaway: "La terra delle caverne dipinte" di Jean M. Auel

I FIGLI DELLA TERRA


Il 9 febbraio si è conclusa la saga dei Figli della Terra, l'epopea in sei libri scritta dall'americana Jean M. Auel.
Ambientata 25.000 anni fa, nella lontana preistoria prima dell'ultima glaciazione, la storia narra il viaggio dell'orfana Ayla dall'Ucraina al sud della Francia. Lei è l'altra per il gruppo di Neanderthal che inizialmente l'accoglie, una diversità che paga con il successivo allontanamento. Solo così avrà modo di conoscere Giondalar, un uomo Cro Magnon, la stessa specie di Ayla.
Inizia così una storia che ha accompagnato i lettori per ben 31 anni (se si tiene conto delle date di pubblicazione dei romanzi in America), vendendo 45 milioni di copie in tutto il mondo. Un Bildungsroman preistorico che unisce il fantasy al romance allo storico per creare così un racconto unico nel suo genere. Una saga portata avanti con passione e tenacia insieme a una buona dose di preparazione, l'autrice si è difatti abbondantemente documentata sul periodo storico scelto come ambientazione e per rendere più realistica la narrazione ha seguito un corso di sopravvivenza che le ha permesso di apprendere le nozioni necessarie su come vivere in una grotta, accendere un fuoco, lavorare la pelle.
Dal successo del primo libro nel è nato nel 1986 un film diretto da Michael Chapman e intitolato Cro Magnon: odissea nella preistoria. Nelle vesti di Ayla troviamo una giovane Daryl Hannah,  già  parte del cast  di Blade Ranner del regista Ridley Scott.
Un viaggio nel tempo e nello spazio scandito da sei tappe, sei romanzi che ora ripercorreremo seguendo le gesta dei protagonisti principali di questa splendida avventura.

AYLA - FIGLIA DELLA TERRA



Inizia con questo romanzo la storia di Ayla, eroina della preistoria. Nata da una nuova stirpe che si sta diffondendo in Occidente, mentre il settentrione dell'Europa è coperto di ghiaccio, Ayla, ancora bambina, è scampata a un terremoto ed è stata raccolta dal Clan dell'Orso delle Caverne. Tutto, in lei, indica che appartiene a quelli che i Testapiatta del Clan chiamano "Altri": i capelli biondi, gli occhi azzurri, l'alta statura, la capacità di ridere, piangere, parlare. Eppure, nonostante le diversità, la ragazzina trova affetto e protezione nei genitori adottivi e stringe, a poco a poco, un profondo legame coi membri del Clan, anche se alcuni, insospettiti da quei comportamenti strani, vorrebbero allontanarla.


LA VALLE DEI CAVALLI


 
La sopravvivenza sarà la dura scuola di Ayla. In un mondo dominato da forze incomprensibili e popolato da animali terrificanti, la giovane donna, scacciata dal Clan dell'Orso delle Caverne e assetata di conoscenza, affronterà un lungo viaggio pieno di insidie. Ma il destino la porterà dapprima nella misteriosa Valle dei Cavalli, dove troverà riparo e un'insperata gioia, e poi la condurrà all'incontro con un giovane sconosciuto, anch'egli in viaggio... Insieme, Ayla e Giondalar scopriranno quel sentimento ancora senza nome che impareranno a chiamare amore.






GLI ELETTI DI MUT

  Il libro è il terzo romanzo della Saga dei Figli della Terra. Attraverso gli spazi sconfinati dell'Europa preistorica, continua l'epico viaggio di Ayla. Non più sola, ma insieme con Giondalar, suo coraggioso compagno, Ayla si unisce ai cacciatori di Mammut. E'questa la sua gente? Il loro linguaggio è strano, i loro costumi sono diversi; Ayla è pronta a misurarsi con nuove situazioni ma deve ancora sopportare l'amaro sapore della diffidenza e dell'emarginazione. Il viaggio di Ayla non è ancora finito, la sua ansia di conoscenza la spinge verso luoghi sconosciuti dove si prepara il destino dell'umanità.




LE PIANURE DEL PASSAGGIO


  Lasciando i Cacciatori di Mammut, Ayla e Giondalar stanno per intraprendere un viaggio che nessuno ha mai tentato: attraversare un intero continente per raggiungere, forse, quell'insediamento dal quale anni prima Giondalar era partito... Li attendono lande desolate, abitate da tribù violente e animali feroci, solcate da fiumi tumultuosi, segnate da imponenti montagne e immani ghiacciai. Oltre tutto questo la promessa di un luogo che potrà essere la loro dimora. Riusciranno a giungervi?




FOCOLARI DI PIETRA


  Era Glaciale. Dopo un lungo viaggio, durante il quale ha conosciuto la coraggiosa e affascinante Ayla, Giondalar torna al suo popolo, la Nona Caverna degli Zelandoni, che per cinque anni lo ha atteso. Ma la festosa accoglienza a lui riservata viene offuscata dal timore per la straniera al suo fianco. Mentre la Caverna la studia con apprensione e qualcuno la considera già una nemica, Ayla si rende conto che il suo futuro dipende da ciò che lei sarà in grado di offrire agli Zelandoni: la capacità di accendere il fuoco e di addomesticare gli animali, l'abilità di maneggiare le armi e di curare le ferite. Per Ayla comincia un viaggio ben più impegnativo di quello concluso: un viaggio verso la conoscenza di un popolo ostile che la considera "diversa".


LA TERRA DELLE CAVERNE DIPINTE



 Dopo aver conosciuto Giondalar durante il suo lungo viaggio, Ayla è diventata madre della vivace Gionayla e parte integrante della Nona Caverna degli Zelandoni, il popolo a cui appartiene il suo compagno. Le sue strabilianti capacità nel comandare i cavalli e il fedele Lupo, oltre che nell’utilizzare le erbe medicinali, le hanno addirittura guadagnato il ruolo di accolita della sciamana di più alto rango in seno alla comunità. Ma il cammino iniziatico di Ayla verso la «chiamata» comporta tutta una serie di faticose rinunce, finendo per attirare il risentimento di alcuni elementi del gruppo, che non vedono di buon occhio l’affermazione sociale di quella che rimane pur sempre una forestiera. E quando il suo percorso di apprendistato la porterà a mettere in gioco proprio ciò che ha di più caro, Ayla riceverà dalla Grande Madre Terra un dono di conoscenza in grado di modificare profondamente il futuro della sua gente e dell’intero genere umano. Un dono che per lei comporterà un prezzo da pagare. Con La terra delle caverne dipinte, Jean M. Auel aggiunge l’ultimo, potente tassello alla saga dei Figli della Terra, che ha conquistato e appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.

Dicono del libro:


"I milioni di lettori che hanno amato Ayla fin dall'inizio possono tornare a immergersi nel suo meraviglioso mondo."
Booklist

"Una storia magnifica, un gran finale."
Washington Post

"La scrittrice dipinge un ritratto convincente della vita preistorica. Gli estimatori di Ayla potranno certamente bearsi nella sua preistorica umanità"
People

"L'ultimo capitolo della saga è avvincente come il primo e non perderà un solo lettore dell'Ayla-mania che ha appassionato più generazioni"
Library Journal

Un brano:


"«Ecco la Roccia dell’Immagine Riflessa», disse Giondalar. «Volevi fermarti al Torrione Sud della Ventinovesima Caverna, Zelandonai?» La piccola e variegata comitiva si fermò sulla sponda del Fiume e alzò lo sguardo verso la maestosa parete di calcare scandita in cinque livelli, che in certi punti diventavano sei. Come gran parte delle pareti rocciose nella regione, anche quella mostrava lunghe striature verticali di manganese nero che le conferivano un aspetto particolare. Notarono un certo movimento sulle terrazze: c’era gente che li stava osservando, ma che, a quanto pareva, non voleva essere vista. Ayla rammentò che diversi membri di quella Caverna, tra cui il capo, manifestavano apprensione alla presenza dei cavalli e di Lupo. Avrebbe preferito fermarsi altrove. «Sarà rimasto qualcuno che non è andato al Raduno d’Estate», osservò, «ma abbiamo già visitato la caverna l’anno scorso, mentre non siamo riusciti a fermarci alla Quinta. Secondo me dovremmo proseguire.»"


L'autrice:


Jean M. Auel, nata a Chicago nel 1936, ha studiato all'università di Portland antropologia, archeologia e paleontologia. Grazie alle sue vaste e approfondite conoscenze, ha dato vita ai romanzi della Saga dei Figli della Terra, che sono stati tradotti in diciotto lingue e hanno dato modo a milioni di persone di rivivere l'atmosfera e le sensazioni degli uomini e delle donne dell'Età della pietra.






ORA È TEMPO DI GIVEAWAY


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Per ogni punto extra che otterrete il vostro nome verrà reinserito nella lista,
aumentando così le vostre possibilità di vincita.
Buona fortuna a tutti!

Avete tempo per partecipare al concorso fino alla mezzanotte del 15 marzo e il 16 marzo scopriremo  il vincitore. Il primo estratto tramite il sito random.org si aggiudicherà la copia messa in palio. 


Il codice del banner:

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28 commenti:

  1. non ho letto gli altri capitoli di questa saga. di solito preferisco iniziare direttamente dal finale.
    I milioni di lettori che amano il personaggio di Ayla e suo meraviglioso mondo avranno sicuramente un ottimo motivo per esserne tanto appassionati ed io voglio scoprire qual è. ;-)

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  2. non conosco la saga, però questo libro mi incurioscisce ,la trama è molto interessante!!!!!!!!!!!!

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  3. Ho letto il primo volume e mi ha piacevolmente colpito: ho già recuperato i successivi, che però ho voluto aspettare a leggere sapendo che mancava un solo volume. Ora che è uscito, non vedo l'ora di stringerlo tra le mie braccia per continuare a leggere la storia di Ayla!

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  4. Ho scoperto solo da poco questa saga, e per ora mi sta appassionando. L'ambientazione preistorica è originale e poi prediligo le protagoniste femminili.
    Grazie!

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  5. Questo libro è per la mia mamma, che non partecipa mai ai giveaway, ma che ha tutta la serie della Auel. Tra l'altro è anche periodo del suo compleanno, sarebbe perfetto... Grazie!

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  6. Non conoscevo questa saga!!Grazie per la piacevole scoperta!!!
    gfc: catymariposina

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  7. Non conoscevo questa saga, peggendo però mi pare molto affascinante e mi piacerebbe avere questi libri

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  8. Ma che splendida occasione questa!Sono davvero incuriosita da questo romanzo:è sicuramente una storia insolita,ambientata in un'epoca strana,lontana da noi nel tempo,con una protagonista molto particolare...non conosco questa saga ma sarei veramente contenta di poter avere l'opportunità di colmare questa mia lacuna!Partecipo pertanto molto volentieri e incrocio le dita!

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  9. Da poco tempo ho conosciuto questa saga e mi sembra molto interessante, i romanzi storici mi piacciono molto e in particolare uno ambientato così indietro nel tempo mi incuriosisce molto.

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  10. sembra molto interessante qiesta saga,mi incuriosisce molto.
    gfc maria teresa
    fb Maria Teresa

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  11. Voglio scoprire da me le avventure di Ayla.
    Sicuramente è un libro interessante visto i numerosi fans.

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  12. mmm sono molto curiosa di iniziare questa saga così ben criticata!
    chissà magari diventerà la mia nuova ossessione!

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  13. Mai sentito parlare di una saga che sia ambientata nella Preistoria, davvero un'idea originalissima nella letteratura piatta degli ultimi tempi.
    E, soprattutto, l'autrice si è preparata a dovere e le ha dedicato ben 31 anni della sua vita. Cosa dire se non che è una donna da ammirare? **
    Perciò partecipo molto volentieri

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  14. Non conosco questa saga. Mi sembra una storia molto affascinante!

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  15. Libri della vita preistorica mi piacciono dai tempi. Partecipo volentieri.

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  16. mi piacciono questi libri storici che parlano di altri tempi
    ci permettono di svagarci e anche di imparare qualcosa!

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  17. Ho letto tutti i libri precedenti e li ho adorati! Appena è uscito il libro volevo regalarlo a mia mamma, grande appasionata di preistoria e di questa saga, ma causa scarsità di soldi sto continuando a rimandare! quindi provo e incrocio le dita per l'ultimo capitolo di questa saga! anche se un pò mi dispiace che finisca, mi ero affezionata ai personaggi! Specialmente ad Ayla!
    Incrocio le dita! ^^

    Arianna- ariannarally1@hotmail.it

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  18. Ciao, ho sentito grandi cose su questa serie e non vedo l'ora di iniziarla (ho già ordinato il primo romanzo)... avere questo volume sarebbe fantastico!
    Fino ad ora non ho mai letto nulla sulla preistoria e considerando che sono una grande appassionata dell'argomento, LA TERRA DELLE CAVERNE DIPINTE è sicuramente una chicca imperdibile.

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  19. Partecipo a questo bellissimo giveaway perchè mi affascina molto il personaggio della storia e il suo mondo.
    GFC: vania408@gmail.com
    Ho condiviso su twitter (@vaniamanzo) e sul mio profilo FB (http://www.facebook.com/#!/vania.manzo)
    Saluti, Vania Manzo

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  20. Neanch'io ho ancora letto nulla di questa serie di libri. Ma dò sempre un occasione a tutti i libri, quindi se eventualmente mi ritrovassi questo volume tra le mani, andrei a recuperare anche gli altri. Non mi piace partire da un libro a caso, di solito parto sempre dall'inizio!! :)

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  21. Gli eredi di Marte (2010) A Jean M. Auel

    Oggi voglio essere proprio prosaico: ne narrerò una per suscitar sonno. Molto dopo che asteroide in collisione col nostro pianeta frantumasse tutto un continente di terre emerse chiamato Gondwana e abitato da dinosauri, grandi rettili i cui ossi vennero poi scambiati per quelli di giganti, Marte andava desertificandosi. La sua catastrofe ecologica era tale che Iddio volle salvarne uno di quella specie: Uwa, bimbetta il cui nome è l'onomatopea del vagito. A bordo di un cesto dal guscio duro, capsula di salvataggio, la vergine madre sfidò l'algido spazio stellare da sola e soletta, poiché Hinun-ndendée, il grande uccello, era andato in avaria.

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  22. Catturata dalle correnti gravitazionali terrestri, essa cadde in un lago chiamato Tanganica, nei pressi di due montagne d'Africa: l'una bianca, il Kilimangiaro, l'altra nera per i guerrieri Masai. Trovata da Dorso Grigio nella nebbia, in principio Uwa fu allevata secondo gli usi e i costumi di australopiteco, essere scimmiesco – goffo, in verità - che non utilizzava ciottoli come fossero utensìli, che non conosceva ancora le nostre fatiche, né il significato della parola morte, avendo questo coscienza limitata di sé. A quei tempi la vegetazione era più lussureggiante di adesso; unica insidia era Fungua, la puzzolente gorgone dai denti a sciabola, fiera che sbucava all'improvviso dal folto, colpiva e nei recessi dell'oscurità tornava. Un giorno il vecchio banano Naamasa, che sembrava tanto secco, rifiorì e Uwa, che era nell'età del primo menarca, ebbe una visione mistica: “Io sono l'uno che diventa il due, che diventa il quattro, che diventa l'otto e che torna a essere l'uno”, le disse un nibbio appollaiato tra i rami di un sicomoro. Era il tramonto, ma fu già l'inizio di un'altra era. D'istinto, colei che avrebbe di lì a poco generato un maschietto senza conoscere uomo, di sette in sette cominciò a contare le noci di cui era ghiotta e a dar un nome a ogni dito di mani e piedi, ivi compreso lo strano concetto dello zero, rappresentato dal pugno della vuota mano.

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  23. Cammina cammina, al campo tutte le notarono il ventre e le mammelle gonfi. Il nuovo capobranco ne rimase sconcertato: che un abile, impertinente dei suoi figli l'avesse posseduta, ma come mai essa emanava il suo stesso odore di maschio dominante? Che fosse stato, allora, lui a ingravidarla col suo sguardo! Era da un po' che la puntava, schiacciando le noci... La prese sotto le sue ali protettive, trotterellando via. Ed essa partorì Tep-ii-tesher-am-akh, colui che è il Capo-che esce-rosso-dalla-immagine, un marziano che non seppe mai di essere tale. Regina madre come un'ape, Uwa lo generò e nei suoi mitocondri vi era la formula dell'immortalità. Inoltre possedeva un gran numero di ribosomi a livello cellulare e il tocco delle sue mani era considerato terapeutico, a causa del fluido sottile, energetico, che esse sprigionavano. Come l'uro di raffigurazioni preistoriche parietali successive, questo ercolino, eretto Adamo possedeva una costola mobile in più delle figlie di Eva e non fu lui ad accoppiarsi coi Neanderthal di Lilith, ovvero colei che rapiva nel sonno i bambini cattivi per sintetizzarne, da adulti, i caratteri del Sapiens. Per un'aberrazione cromatica il suo occhio percepiva solo i colori primari. E il rosso sangue gli faceva fare dei brutti sogni in un campo totalmente grigio. Ma il suo spirito si elevò subito al cielo blu e al sole giallo oro d'una gloria, i suoi discendenti furono attratti subito dal fuoco, si dipingevano di ocra il corpo nudo. E venne il tempo di abbandonare la foresta pluviale e di cacciare nella savana, regno di predatori e di carogne in cui egli seguiva il bufalo dalla coda bianca, ricca fonte di sostentamento, nei loro spostamenti.

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  24. Una notte, poi, al chiaro di luna, egli sentì un insolito richiamo: sì, un dolce profumo, e, appartatosi, si unì con Ndok, il cui nome significa Acqua Viva. Per uno strano caso del destino gli generò figli, dei figli sani e forti, come Okin, l'Airone; come Mongo, il signore del Popolo delle Teste Rotonde; come Zamani, il capo del clan di Erin. Ed Erin un mastodonte dalle zanne diritte, non così ricurve come quelle del mammùt. E Zamani diede nome di Grande Orecchio di Erin al Bacino del Congo, perché i suoi fiumi ne assumevano la forma tracciatili sulla sabbia. Egli viaggiò molto in cerca di avventura e di se stesso. I figli di Zamani: Dùrù, colui che vide l'ippopotamo nel Lago Ciad, che allora si estendeva fino al Sahara; Kil, il piccolo grande cacciatore di rinoceronti; But, colui che dormiva su una larga pietra piatta; Ze, quello che portava sempre con sé un dente di leopardo; Abo, lo zoppo che scovò bertucce alle cosiddette Colonne d’Ercole. Le figlie di costui: Bololanege, colei che spinse i suoi anelli alle caviglie fino in Spagna; Anyeghe, l'amore di tutti gli uomini sotto i palmizi.

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  25. Costei ebbe molti figli, tra cui Afan, che in Enotria ebbe due gemelle che migrarono nei Balcani: Kowa e Mukashi. E altri furono i suoi discendenti di cui si è persa memoria e spintisi oltre l’Ucraina. Giunto il clan in Cina, Riitho, detto l' Avvoltoio, si unì con Kini, con colei che seppe pretendere, farsi rispettare, che uccise Mama Baru, una grossa iena, in una località chiamata, nel linguaggio dei gesti, Tie-saba, perché le ci vollero ben tre giorni per farlo, e lo fece da sola. Alla fiamma del fuoco en-Kima essa era solita indurire lo strano corno del naso di Mbawala, un'antilope, e con esso arrostiva le dolcigne carni di animali che si catturavano col boomerang presso alture di un gruppo di gigantotechi, ovvero degli yeti. E accaddero degli straordinari terremoti e paurosi smottamenti: l'India, che fino ad allora si chiamava l'Isola di Mounji, ovvero la Madre Terra Mu, si unì al continente asiatico, ne innalzò la cresta montuosa fino all'Europa di Sikar, il re delle conchiglie. E lungo la cosiddetta Via della Seta essi incisero sulle rocce degli strani omini stilizzati chiamati Mwana, e in un luogo oggi desertico esiste ancora un tipo di scrittura simile: ad esempio, quello che per voi potrà apparire quasi l'enigma della sfinge. Quattro disegni elementari in sequenza: 1) una capanna rotonda o caverna, al cui interno sta un omino filiforme in piedi;

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  26. 2) una seconda figura con una casetta di rami al cui interno quell'omino ci sta sdraiato, come se dormisse; 3) una terza in cui l'omino stilizzato ne sta a testa in giù; 4) un'ultima in cui ne cammina al di fuori, tutto contento per la stagione. E il significato di tutto ciò è il seguente: giunta l'ora del parto, con cautela nelle mani, ci si dovrebbe assicurare che la testa del cucciolo della gestante sia in corretta posizione d'uscita, altrimenti potrebbe soffocarsi col cordone ombelicale e tanto da sembrar come provenuto da... l'Aldilà! Questa, la filosofia di tutta una vita, di un'arte di metterci al mondo. E tra le figlie di Uwa vi furono anche altre vergini madre che misero alla luce uomini famosi. Ed esse contavano il numero di essi coi nodi delle treccine dei capelli ondulati, poiché fu di Atak, colei che indicò la Grande Strada, la profezia che il decimillesimo di essi sarebbe diventato messia, un Gran Khan che avrebbe dominato con vera giustizia e sconfitto per sempre i cannibali dal biforcuto piede di struzzo, la cui regina si chiamava Saba.

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  27. E alcune vergini di esse erano solite riunirsi per festeggiar solstizi presso un campo di grano selvatico, tutto di misteriosi segni geometrici: per uno strano fenomeno elettromagnetico, cadendovi fulmine, si era generato vortice di particelle di silicio che ne aveva piegato, e talora intrecciato, le pianticelle spontanee. E dall'adusto punto d'impatto della saetta col terreno non coltivato sfera incandescente si era librata: come un aquilone o un disco volante, essa sfrecciò via col vento, risucchiata dall'alto. Esse ne ritenevano sacro il suolo e che il Cielo avesse voluto comunicar loro i Suoi disegni, disegni tanto affascinanti quanto quelli di Nazca, in Perù, dove il famoso ragno simboleggia Orione. Nel tempo fiumi cambiarono corso, monti si livellarono; un dì un gran cuoricino: “O spiriti eletti, ascoltate: non si muore che una volta sola, ma nello spirito quante di volte! Più non lucidiamo, fratelli, una pietra che sia simbolo tagliente di perfezione, bensì costruiamo, pietra dopo pietra, fatica dopo fatica interiore, un regno di belle speranze per l'umanità”. Il Dieg-mil aveva parlato ed essi vissero in armonia d'intenti lungo le coste del grande mare interno che, Oh! molto prima di Genghiz Khan, andava dal Mar Nero di un’Atlantide al Mar Caspio e da quest’ultimo al Lago Aral.

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  28. Il suddetto mio racconto non è nulla in confronto dei romanzi di Jean M. Auel.
    Buona lettura.

    F.M.G. di Pg

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